Il “Wall Street Journal” informa che ex agenti segreti ed ex membri delle forze speciali afghane addestrati dall’esercito americano, oggi ingrossano le file dell’Isis – K. Un’ulteriore conferma del tradimento dell’Afghanistan da parte degli USA.
La notizia è riportata dal quotidiano “La Stampa” e da “Open” online. Sembra che per queste persone, legarsi a Daesh sia parsa l’unica fonte di sostentamento e l’unica maniera rimasta di non essere uccisi. Secondo il quotidiano statunitense, coloro che compiono questa tragica e pericolosissima scelta, non sono ancora molti; ma sono sempre di più.
Rappresentano un “valore aggiunto” all’organizzazione terroristica non solo numerico ma anche tecnico. Infatti sono in grado per esempio di raccogliere informazioni e permettono all’Isis di essere ancora più organizzata.
Si hanno presenti soggetti ben precisi, come un uomo che prima era un militare che si occupava della strategica città di Gardez, capoluogo della provincia di Paktia, caduta nelle mani dei talebani il 14 agosto. E’ stato uno dei primi ex militari ad arruolarsi nell’Isis.
Poi c’è un altro ex militare che era fuggito, facendo perdere le proprie tracce, ma poi poco dopo eccolo individuato tra i terroristi. La situazione è confermata da Rahmatullah Nabil, che era a capo dello smantellato National Directorate Security.
Si tratta di quella che fino a poco tempo fa era l’agenzia degli 007 afgani, ma i suoi membri sono riusciti a fuggire prima del ritorno degli “studenti coranici”.
Rahmatullah Nabil ha ammesso che l’adesione all’Isis avviene più frequentemente in alcune zone del Paese. Ha lamentato l’inesistenza di un movimento di resistenza, che se fosse stato presente, sarebbe stato un’alternativa. Ma a quanto pare, non c’è.
Intanto è tornato il sangue in Afghanistan: nella mattinata di oggi, martedì 2 novembre c’è stato un nuovo attentato suicida a Kabul. A rattristare ancora di più, è che sia stato colpito un ospedale. E’ quello militare “Sardar Mohammed Daud Khan”, intitolato al primo presidente afgano (ricordato per le sue idee avanzate, soprattutto sulla parità di genere). La struttura è il più grande nosocomo del Paese.
Sono almeno 23 le vittime dell’attacco, mentre i feriti almeno 50. L’Isis aveva colpito lo stesso ospedale già nel 2017, uccidendo una persona e ferendone un centinaio, ed è il primo sospettato anche in questo caso.