La Turchia ha attaccato il fumettista aretino Zerocalcare (all’anagrafe Michele Rech), 37 anni, per la sua serie TV appena trasmessa da Netflix “Strappare lungo i bordi”. Il motivo? Mostra (due volte) la bandiera curda del Pkk/YPG, notoriamente considerato terrorista dal governo di Ankara. Il “caso”, spiega “La Repubblica”, è rimbalzato sul quotidiano turco Sabah.com, che sottolinea: “Nella scena di apertura del trailer, la bandiera del Pkk è appesa dietro la porta quando il protagonista apre e accende la luce. In un’altra scena si vede il vessillo del Pkk appeso al muro del bar”.
Il sostegno di Zero al popolo curdo, in Turchia e in Siria è reale. Nel 2015 ha dedicato a Kobane una storia illustrata intitolata “Kobane Calling”. E’ un racconto di un suo viaggio non molto lontano della città siriana simbolo della resistenza curda al confine tra i due Paesi. Ciò non può stare bene alla Turchia.
Racconta di un viaggio anche “Strappare lungo i bordi”. Sono sei episodi i cui due ragazzi immaginari, Sarah e Secco (che Zero doppia entrambi), viaggiano in treno nel quartiere romano di Rebibbia con tutte le sue difficoltà, e si esprimono in romanesco. E’ stato un modo riuscito di parlare ai giovani di “politica, temi sociali e attivismo”, ha sintetizzato su Twitter il social manager torinese Xavier Bellanca.
La serie (in cui tra l’altro c’è l’attore Valerio Mastrandrea che doppia un Armadillo – “spirito guida”) ha fatto furore sui social. Lo stesso autore ha chiesto ai follower su Instagram la loro opinione. C’è chi ha sottolineato che, con questo racconto “davvero magnifico, si ride, si ride ancora di più, ci si commuove” (opinione condivisa in altri commenti); altri utenti hanno definito Zerocalcare “imperdibile”; altri ancora sono contenti che sia arrivata una serie animata; poi c’è chi riporta le frasi dei protagonisti; apprezza la colonna sonora e così via. “Strappare lungo i bordi” è davvero originale e merita di essere vista!