Atreju è il protagonista del notissimo libro “La storia infinita” di Michael Ende che lotta contro il Nulla
filosofico e morale che avanza, e proprio per questa sua caratteristica lo storico movimento giovanile della
destra italiana, Azione Giovani, ha voluto dare il nome di questo personaggio alla propria manifestazione
nazionale svoltasi per la prima volta nel 1998, poi giunta, anno dopo anno, all’ultima edizione del 2021
promossa da Gioventù Nazionale, organizzazione dei giovani che si riconoscono nelle finalità di Fratelli
d’Italia.
Di solito essa si svolge ogni settembre, ma quest’anno, devo dire molto opportunamente, si è tenuta a
dicembre in pieno periodo natalizio, con tanto di mercatino, pista di pattinaggio e presepe vivente,
all’insegna della nostra migliore tradizione.
La manifestazione ha subito una decisa evoluzione, da semplice festa della destra giovanile è divenuta un
vero centro per la politica italiana. Un luogo di confronto aperto a tutti dove, in piena serenità, hanno
potuto esprimere le proprie opinioni non solo i partiti e gli esponenti del centro destra, ma veramente tutto
l’arco costituzionale, da Letta a Renzi, da Di Maio a Conte, una festa della democrazia nella quale gli
organizzatori, sicuri della bontà delle proprie idee e delle proprie chiare posizioni, non hanno avuto alcun
timore di rapportarsi con chi la pensa diversamente, visto, certo, come un avversario, ma mai come un
nemico da trattare con rabbia e rancore.
Ed, in chiusura, una determinata Giorgia Meloni ha lanciato quello che veramente può costituire un
progetto innovativo per la politica italiana, l’unità dei conservatori, candidando Fratelli d’Italia a soggetto
inclusivo per chi non la pensa come il mainstream di sinistra, che, in nome di una modernità vacua,
vorrebbe una società liquida priva di identità e di storia, dove la centralità della persona e della famiglia
lasciano il posto ad un relativismo decisamente preoccupante in nome della pretesa di eliminare le
discriminazioni, creandone, invece, altre, seguendo un’Europa sempre più in mano a burocrati e sempre più
lontana dal comune sentire dei cittadini.
Stiamo vedendo di tutto, dall’invito, sostenuto dalla Commissaria europea all’uguaglianza Helena Dalli, ad
escludere il termine “Santo Natale” dagli auguri festivi, per essere inclusivi (un vero ossimoro), alla
Madonna con la barba dell’influencer ambasciatore speciale dell’U.E. per i diritti Lgbt, alla pretesa di
rendere incommerciabili beni immobili che non abbiano determinate caratteristiche, fino ad arrivare ad
ipotizzare un super DDL Zan, che, sempre in nome della non discriminazione, potrebbe portare ad ulteriori
compressioni della libertà di pensiero.
Direi che il tempo per i Conservatori è arrivato, così la pensano anche molti degli ospiti internazionali
intervenuti ad Atreju come Rodoslaw Fogiel e Jorge Buxadè, entrambi Vice Presidenti dell’ECR Party, come
il mitico ex sindaco di New York Rudolph Giuliani che ha affermato “È tempo che l’Italia abbia un governo
costruito su principi dei Conservatori”, nonchè James Wharton, parlamentare conservatore inglese e
responsabile della campagna elettorale di Boris Johnson, il quale ha lanciato un vero e proprio assist alla
Presidente di Fratelli d’Italia “Giorgia Meloni è la protagonista principale di questo dibattito sul
conservatorismo internazionale che ci porterà ad intraprendere la nostra comune direzione futura.”- ha
sottolineato il politico inglese – “Essere conservatori è differente per ogni nazione ma c’è un filo comune che ci lega. Questo filo è la difesa dei valori che riteniamo fondamentali per la società, come la famiglia e la
libertà individuale. Anche il tema dell’ambiente rientra nella nostra politica perché non vi è nulla di più
conservatore che proteggere tutto ciò a cui noi diamo valore”.
In effetti la rapida ascesa di Fratelli d’Italia sia nel contesto europeo, fino a raggiungere il risultato di vedere
la propria Presidente come prima donna a capo di un partito europeo, l’ECR Party, appunto, sia nel
contesto nazionale con sondaggi lusinghieri, unita alla volontà inclusiva di mirare a riunire diverse
sensibilità, da quelle più identitarie a quelle liberali, fino a quelle popolari, ma tutte aventi un
denominatore comune nel conservatorismo, potrebbe rendere questa formazione politica il collante e la
casa comune per coloro, e sono moltissimi, si riconoscono nel primato della persona, della vita, della
famiglia e delle libertà individuali.
La storia sarà un giudice inesorabile sull’esito di un tale progetto, la cui responsabilità sarà in capo a chi
avrà la possibilità e la determinazione di portarlo avanti, nella convinzione che essere conservatori non
significa rinchiudersi in polverose stanze, ma, anzi, essere più moderni dei progressisti, ma con la ricchezza
e la coscienza della propria storia, insomma, per dirla con Prezzolini, essere coloro che promuovono “nuove
idee legate a principi permanenti”.
Di Antonfrancesco Venturini