Turchia vs Consiglio d’Europa per Kavala: non c’è pace per l’imprenditore e filantropo turco Osman Kavala, 64 anni, ancora in carcere. Ankara ha attaccato l’organizzazione con sede a Strasburgo, perché oggi, mercoledì 2 febbraio, ha votato una procedura di infrazione perché Kavala non è stato rilasciato. La Corte europea dei diritti dell’uomo (Cedu) lo chiede dal 2019, circa due anni dopo il primo arresto del dissidente con l’accusa di aver sostenuto le manifestazioni a Gezi Park nel 2013.
Un comunicato del ministero del ministero degli Esteri della Turchia recita: “Abbiamo spiegato nel dettaglio che il nostro Paese si è attenuto alla decisione della Cedu e che la (prosecuzione della) detenzione di Kavala è dovuta a un altro procedimento giudiziario in corso”. La decisione del Consiglio d’Europa, prosegue, sarebbe una “interferenza con” esso.
Segue l’esortazione all’ente europeo ad “abbandonare il suo atteggiamento partigiano”. Ad ottobre il presidente turco Recep Tayyip Erdogan aveva minacciato di espellere 10 diplomatici occidentali, che avevano chiesto la scarcerazione dell’oppositore. Quest’ultimo era stato assolto nel febbraio del 2020; ma poche ore più tardi era stato riarrestato perché accusato di aver in qualche modo partecipato al fallito golpe del 2016. E’ quindi rimasto detenuto nel carcere di Silivri, comune della provincia di Istanbul. La decisione è stata confermata due settimane fa.
