Torna l’ora legale, e purtroppo si dorme un’ora in meno. Nella notte tra sabato 26 marzo e domenica 27 marzo 2022, le lancette di tutti gli orologi andranno spostate in avanti, dalle 2 alle 3.
I vantaggi del cambio di orario
Il passaggio dall’ora solare a quella legale è stato pensato per avere un’ora di luce in più di sera in modo da consumare meno corrente elettrica. Le giornate saranno all’apparenza più lunghe con il buio che arriverà più tardi. In compenso, almeno nei primi giorni, dovremo abituarci a dormire un po’ di meno. Il cambio dell’ora può talvolta causare stanchezza, irritabilità, disturbi del sonno e stress: la possibile influenza negativa sull’umore del cambio di orario solitamente svanisce nel giro di pochi giorni con i vantaggi che l’orario estivo porta.
Tra questi, oltre all’aspetto economico che si traduce in un costo minore delle bollette, vanno considerati i benefici ambientali. Spostando in avanti le lancette di un’ora si ritarda l’utilizzo della luce artificiale in un momento in cui le attività lavorative sono ancora in pieno svolgimento. Nei mesi estivi, da giugno ad agosto, l’effetto ‘ritardo’ nell’accensione delle lampadine si colloca nelle ore serali, quando le attività lavorative sono per lo più terminate, e fa registrare risultati meno evidenti in termini di risparmio di elettricità.
La storia dell’ora legale e la mancata abolizione
Secondo molti storici il primo ad aver teorizzato l’ora legale è stato un biologo, George Vernon Hudson, che già nel 1895, alla Royal Society della Nuova Zelanda, propose di spostare le lancette dell’orologio in avanti per godere di un po’ di luce in più durante il periodo estivo. Nel 1907 fu un costruttore inglese, William Willet, a proporre l’introduzione dell’ora legale come soluzione alla crisi energetica europea durante la Prima guerra mondiale. La Camera dei Comuni di Londra diede il via libera nel 1916 e nel giro di qualche mese molti altri Paesi si accodarono.
In Italia l’ora legale venne introdotta per la prima volta proprio nello stesso anno. Dal 1940 al 1948 fu abolita e ripristinata diverse volte a causa della Seconda Guerra mondiale. In seguito è stata più volte sospesa, fino a tornare definitivamente in vigore nel 1966.
Nel 2019 il Parlamento europeo aveva votato una risoluzione che prevedeva la fine del passaggio dall’ora solare a quella legale, lasciando però agli Stati membri dell’Unione il diritto di decidere se mantenere o meno il cambio di orario. L’Italia ha deciso però di mantenere il cambio di ora due volte l’anno. A generare una contrapposizione tra le decisioni dei vari Stati è principalmente la differenza di latitudine tra i Paesi del Sud e quelli del Nord, i quali non gioverebbero del risparmio energetico generato dal cambio ora in quanto, a causa della vicinanza al Polo, le giornate estive sono decisamente più lunghe rispetto all’area mediterranea.
Come abituarsi al cambio di ora
Ogni cambio di orario può in realtà influenzare la qualità del sonno, con disturbi sulla concentrazione durante la giornata, senza dimenticare gli effetti sulla pressione arteriosa e sulla frequenza cardiaca. Inoltre spesso a risentirne è anche il nostro umore con disturbi soprattutto in senso depressivo, ma ovviamente dipende da caso a caso. Per adattarsi meglio al cambio, gli esperti consigliano di anticipare gradualmente, ad esempio di un quarto d’ora, gli orari dei pasti e il momento di andare a letto. Un altro suggerimento, lockdown permettendo, è quello di passare tempo all’aria aperta per far abituare il corpo al nuovo orario. Anche l’attività fisica può essere d’aiuto per risincronizzare il nostro orologio interiore.