Iran, Ahmadreza Djalali: davanti alla sede del Comune di Novara si è tenuto un sit in per lo scienziato con cittadinanza iraniano -svedese che rischia di essere impiccato il 21 maggio. ”Siamo di fronte a una banda di sequestratori che punta a scambiare Djalali, ingiustamente condannato, con dei veri e propri criminali iraniani sotto processo in Svezia o altri paesi. Dobbiamo rifiutare questa logica contraria a ogni regola del diritto internazionale”. Lo ha detto Riccardo Noury, portavoce di Amnesty Italia, che ha promosso la manifestazione.
Djalali, 50 anni, medico e ricercatore universitario, è finito in carcere nel 2016, dopo essere tornato nel paese d’origine, invitato dalle Università di Teheran e Shiraz. La condanna a morte gli è stata comminata l’anno successivo con l’accusa di essere una spia di Israele sul programma nucleare della Repubblica Islamica.
Ha lavorato anche in molte atenei europei, tra cui quello del del Piemonte Orientale (Upo) con sede proprio a Novara. Ha ricevuto la cittadinanza svedese nel 2018. Era già dietro le sbarre.
Noury ha lamentato che non si sta parlando a sufficienza del caso di Ahmadreza; forse perché non è legato a città italiane considerate più importanti. Invece Luca Ragazzoni, ricercatore dell’Upo, appare più speranzoso, perché il collega rischia di finire nelle mani del boia dal 2016 “e finora non è successo”. Al sit in ha partecipato anche il sindaco di Novara, Alessandro Canelli.