Nato: allargamento sulla pelle di 100mila curdi venduti alla Turchia dopo averci salvato dall’Isis
Ricordate gli eroi di Kobane? Le eroine di Kobane? Quelle comandanti peshmerga che hanno guidato la resistenza curda contro l’Isis ad Oriente? Le guerriere curde che hanno sconfitto i tagliagola islamisti? Se le son vendute. Ad Erdogan, il loro persecutore. Vendute per poter scavalcare il veto del presidente turco all’ingresso di Svezia e Finlandia della Nato. Con tanti saluti ai toni commossi sulla Stalingrado del Vicino Oriente, ai racconti epici sulla straordinaria generosità delle protagoniste dell’estremo scontro in città per arginare l’avanzata dell’esercito islamista che nel 2015 terrorizzava il mondo. A Kobane vivono curdi, arabi, turcomanni e una discendenza armena (gli armeni in fuga dall’Anatolia arrivarono nel 1915 per poi emigrare in massa in Unione Sovietica negli anni ’60).
I curdi profughi in Svezia, centomila persone, fanno il poco che possono. “Questo è un tradimento a noi da parte del governo svedese, dei Paesi della Nato e di Stoltenberg che ingannano un intero gruppo che ha liberato se stesso e il mondo intero dall’immondizia”, protesta inascoltata la deputata indipendente nel Parlamento di Stoccolma, Amineh Kakabaveh. E’ grazie alla astensione di lei, di Amineh kakabaveh, ex combattente peshmerga, che il governo svedese è sopravvissuto il mese scorso a un voto di sfiducia.