Tunisia – La decisione è arrivata a causa del sospetto di riciclaggio di denaro nell’ambito delle ricerche relative al caso dell’associazione “Namaa Tounes”, perseguita con l’accusa di aver ricevuto fondi sospetti da ignoti all’estero, stimati in miliardi, e collegati ai servizi segreti del movimento Ennahda.
La magistratura tunisina ha deciso di congelare i beni del leader del movimento Ennahda, Rashid Ghannouchi , di alcuni suoi familiari e dei leader di Ennahda, guidati dall’ex primo ministro Hamadi Jebali.
Martedì, il Comitato tunisino per l’analisi finanziaria ha autorizzato le banche tunisine e le Poste nazionali a congelare i fondi del leader di Ennahda, Rached Ghannouchi, di suo figlio Moaz e del genero Rafik Abdel Salam, l’ex segretario generale del movimento Hammadi Jebali e le sue due figlie e leader del movimento, Al-Najah Latif e Abdel Karim Salman.
Il testo della corrispondenza affermava che “il primo gip presso il ventitreesimo ufficio del Polo giudiziario per la lotta al terrorismo del Tribunale di primo grado di Tunisi ha emesso un mandato di congelamento dei conti bancari e dei saldi finanziari delle seguenti persone e di depositare i propri saldi in un conto in attesa in attesa del caso.
Poche settimane fa, questo caso è stato aperto, secondo una denuncia presentata dalla Difesa degli oppositori politici, Chokri Belaid e Mohamed Brahmi, in cui si affermava che uno dei leader del movimento Ennahda beneficiava di bonifici con conto aperto in una banca in un Paese del Golfo con un forte legame con l’organizzazione Global Brotherhood, che proveniva da un conto affiliato.
Per le agenzie di quel Paese estero, con un valore di 20 milioni di euro nel mese di luglio 2013, l’interessato ha deliberatamente ritirato questi fondi e li ha portati in Tunisia e li ha utilizzati per finanziare attività sospette attraverso l’associazione “Namaa Tounes”.