La politica che (non) ti aspetti. Alleanze, condivisioni, scelte e… un mix di situazioni che, ad un mese e mezzo dalle elezioni, disegnano gli schieramenti. L’accordo Pd-Azione+Europa sembra aver creato una prima spaccatura. Calenda stava parlando di un accordo anche con Renzi …
Le temperature si stanno alzando. Ma, stavolta, Caronte e il riscaldamento globale non sono tra i responsabili delle ondate di calore che stanno colpendo gli italiani. Il termometro politico sale continuamente, tra alleanze certe, quelle mai scritte, quelle non sancite e… chissà cosa altro ci accompagnerà al prossimo e fatidico 25 settembre.
È notizia di ieri: Letta e il Calenda hanno raggiunto una intesa. Il Partito democratico riabbraccia, in vista delle politiche, un candidato con il quale, in precedenza, c’era stata più di una rottura. Ieri l’accordo tra Letta, Calenda e Benedetto Della Vedova è stato siglato, per una collaborazione, quella tra Pd, Azione e +Europa che ha fatto contenti molti e meno felici altri. Oggi Letta incontrerà Frattoianni (Si) e Bonelli (Europa Verde) che già ieri hanno fatto intendere di non gradire il ruolo di “gregari” della coalizione. “Non abbiamo bisogno del diritto di tribuna”, il messaggio arrivato dalle parti dei dem subito dopo l’accordo con Calenda & company. Nel futuro Governo di Centrosinistra, qualora questa coalizione di ampio respiro vincesse, potrebbe rientrare Di Maio che pare sia in continuo contatto con Letta.
Dovrebbe correre da solo (il condizionale è d’obbligo, ndr) Renzi. Come ha ribadito la Boschi, Italia Viva ha cercato una intesa con Calenda che però non è stata raggiunta. “Abbiamo provato a costruire un accordo per rafforzare un progetto riformista alternativo alla Destra sovranista e a un’alleanza tutta basata sui posti da dividersi a Sinistra. Questo progetto lo porteremo avanti da soli e raccoglieremo anche i delusi da Calenda. Che non sono pochi”, ha dichiarato proprio Maria Elena Boschi in una intervista al quotidiano La Stampa. A proposito di Calenda, difficile dire quale sia ora il peso del suo partito: in alcune realtà amministrative, gli eletti della Lista hanno aderito ad altre forze politiche. Ad esempio, a Roma, nel Municipio XV, proprio ad Italia Viva.
Il Centrodestra, intanto, resta compatto. Nelle circoscrizioni estere si presenterà con un simbolo unico, contenente i nomi dei tre leader. “Un messaggio rivolto ai 6 milioni di italiani che vivono all’estero”, scrive sui social Silvio Berlusconi. E mentre Matteo Salvini punta su una lista di ministri da rendere nota prima del voto, Giorgia Meloni sposta l’attenzione sui valori della sua destra. “Dio, Patria e famiglia non è uno slogan politico ma il più bel manifesto d’amore che attraversa i secoli. Affonda le sue radici nel ‘pro Aris et Focis’ di Cicerone: ‘l’altare e il focolare’ che da sempre fondano la civiltà occidentale”. “Conservatori significa innanzitutto sentirsi eredi. Avere cioè la consapevolezza storica di ereditare una tradizione, una cultura, un’identità e un’appartenenza. Un conservatore – precisa Meloni – non è contrario ai cambiamenti in sé. È contrario alla visione della Sinistra secondo la quale progredire vuol dire cancellare tutto ciò da cui proveniamo”, ribadisce la leader di Fratelli d’Italia al Corriere della Sera.
Di Marco Ottaviani