Operazione Takuba: verso la piena operatività

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Sta prendendo sempre più forma la Task Force Takuba, voluta dalla Francia per combattere i gruppi jihadisti operanti nel Sahel.

Lo scorso febbraio sono arrivati in Mali 150 operatori del Särskilda Operationsgruppen (Special Operations Task Group) svedesi, con al seguito tre elicotteri medi UH-60 e un C-130J. Il loro compito principale è quello di addestrare e accompagnare (mentoring) in missione le unità da ricognizione dell’esercito maliano.

Inoltre, il governo di Stoccolma ha ventilato l’ipotesi di aumentare il dispositivo di forze speciali fino a 250 operatori, magari integrandolo con i Fallskärmsjägarna (unità Ranger), assumendo così anche compiti di forza di reazione rapida (Quick Reaction Force), a supporto delle operazioni della Task Force Takuba.

“L’arrivo di questi elicotteri (a Menaka) è stato oggetto di una preparazione a monte: è stata realizzata un’area apposita per il decollo e per l’atterraggio delle macchine e, nelle vicinanze, sono state predisposte piazzole per il rifornimento”, afferma lo Stato Maggiore delle Forze Armate francesi.

Gli UH-60 svedesi consentiranno anche alle forze dell’Operazione Barkhane di avere più flessibilità in termini di mobilità aerea. Infatti, in un teatro operativo come quello del Sahel, gli elicotteri giocano un ruolo assai importante.

L’iniziativa di Parigi, finalizzata alla creazione di una Task Force europea di forze speciali da affiancare a Barkhane, lanciata nel 2019, politicamente aveva raccolto molto adesioni. Tuttavia, da un punto di vista militare, pochi paesi si sono impegnati a inviare i propri reparti.

L’Estonia è stata la prima a dichiararsi pronta a farlo. Poi la Repubblica Ceca e la Svezia hanno seguito l’esempio, a condizione di avere l’approvazione preventiva dei loro parlamenti. Questo ha richiesto del tempo. Nel luglio 2020, la capacità operativa iniziale (IOC) di Takuba è stata dichiarata a Gao, grazie all’arrivo delle forze speciali estoni. Questo ha permesso al gruppo di forze speciali europee di partecipare alle sue prime missioni a fianco dell’Unità leggera di ricognizione e intervento n. 4 delle Forze Armate del Mali, in particolare durante le operazioni Bourrasque, nell’ottobre 2020 ed Eclipse, lo scorso gennaio.

Si aspetta ora l’arrivo del contingente italiano, le cui prime aliquote sono già in teatro operativo.

In una intervista del 19 marzo scorso, il ministro della Difesa Guerini (nella foto con cornetta all’orecchio destro, ndd) ha fatto riferimento all’Operazione Takuba nell’ambito di una maggiore cooperazione europea finalizzata al contrasto del terrorismo di matrice islamica in Africa, specificando che l’Italia avrà un ruolo non di gregario o di semplice partner (dei francesi) nel Sahel.

Rimandando i lettori ai precedenti articoli sull’argomento circa la consistenza del nostro contingente, evidenziamo ancora una volta il fatto che il dispositivo militare italiano sarà sotto comando francese e, vista la grande esperienza maturata dagli operatori del COFS (Comando Interforze per le Operazioni delle Forze Speciali, ndr) in teatri come l’Iraq e l’Afghanistan (e non solo), molto probabilmente saranno impiegati in missioni combat al pari dei loro colleghi transalpini.

difesaonline

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