In Italia ci sono oltre 5 milioni di stranieri residenti
Il Rapporto Immigrazione di Caritas Italiana e Fondazione Migrantes evidenzia un aumento del 159% dei permessi di soggiorno con un’impennata di motivi di lavoro. Gli stranieri che si rivolgono ai Centri di Ascolto della Caritas sono aumentati di 3 punti percentuali rispetto all’anno scorso
Nel 2021 +159% permessi di soggiorno in Italia
In Italia è aumentato il numero dei cittadini stranieri titolari di permesso di soggiorno (al primo gennaio 2022 sono 3.921.125, mentre nel 2021 erano attestati sui 3,3 milioni), così come i nuovi permessi di soggiorno rilasciati nell’anno: nel corso del 2021 sono stati 275 mila, +159% rispetto al 2020 (105.700). È quanto emerge dal XXXI Rapporto Immigrazione di Caritas Italiana e Fondazione Migrantes “Costruire il futuro con i migranti”.
In particolare si è registrata un’impennata dei motivi di lavoro, certamente come esito della procedura di sanatoria varata dal governo nel 2020. Anche i provvedimenti di cittadinanza hanno segnato una certa crescita: sono stati 118 mila nel 2020, ovvero un +4% dall’anno precedente.
Secondo le stime dell’Istat, nel 2021 le famiglie con almeno un componente straniero sarebbero il 9,5% del totale (ovvero 2.400.000); di queste 1 su 4 è mista (con componenti sia italiani che stranieri) e 3 su 4 hanno componenti tutti stranieri. Rispetto alle diverse tipologie delle famiglie, quelle unipersonali (composte da single/vedovi/separati/ divorziati) è per i cittadini stranieri leggermente piu’ elevata che per gli italiani (34,7% contro 33,4%) ed è più cospicua anche la tipologia di coppia con figli conviventi senza altre persone (36,6% per i cittadini stranieri e 31,0% fra gli italiani).
Rispetto ai ragazzi italiani è più alta di oltre 4 punti percentuali la quota di minori stranieri che vivono solo con la madre, mentre è più bassa la quota di quelli che vive con entrambi i genitori o solo con il padre.
In generale la popolazione straniera ha una struttura più giovane di quella italiana: ragazze e ragazzi con meno di 18 anni rappresentano circa il 20% della popolazione e per ogni anziano (65 anni o più) ci sono più di 3 giovanissimi di età compresa fra gli 0 e i 14 anni. I ragazzi nati in Italia da genitori stranieri (“seconde generazioni” in senso stretto) sono oltre 1 milione e di questi il 22,7% ha acquisito la cittadinanza italiana; se a essi aggiungiamo i nati all’estero, la compagine dei minori stranieri (fra nati in Italia, nati all’estero e naturalizzati) supera quota 1.300.000 e arriva a rappresentare il 13% del totale della popolazione residente in Italia con meno di 18 anni.
Povertà, +3% richieste aiuto alla Caritas
Le persone di origine straniera che sono transitate nel corso del 2021 nei Centri di Ascolto della Caritas (CdA) sono state 120.536. Sul totale,gli stranieri incidono per il 55% e rispetto allo scorso anno aumentano di tre punti percentuali sul totale dell’utenza (nel corso del 2020 erano stati pari al 52%) e del +13,3% in termini di valori assoluti. È quanto emerge dal XXXI Rapporto Immigrazione di Caritas Italiana e Fondazione Migrantes “Costruire il futuro con i migranti”.
Si conferma dunque, sottolinea il Rapporto, il loro prevalente protagonismo fra le persone che si rivolgono ai CdA.
Nelle regioni del Nord e del Centro Italia il volto delle persone prese in carico dalla Caritas coincide per lo più con quello degli stranieri (in queste macro-aree gli immigrati rappresentano rispettivamente il 64,1% e il 56,8%); nel Mezzogiorno, invece, dove si registrano più alti livelli di povertà e di disoccupazione e, al contempo, un minore peso della componente straniera residente, le storie intercettate sono per lo più di italiani e gli stranieri costituiscono una quota ridotta, pari al 28,5%.
Gli utenti stranieri della Caritas appartengono a 189 diverse nazionalità, ma, come per l’anno precedente, il podio spetta a tre nazionalità: Marocco (21.177 persone, pari al 18,1%), Romania (9.450, 7,8%) e Nigeria (8.844, 7,3%).
Si conferma una diminuzione degli stranieri provenienti dall’Europa dell’Est, a fronte di un incremento degli africani: il 48,8% delle presenze (sopra il migliaio di unita’) proviene dal continente africano, con una forte incidenza delle nazioni maghrebine e nordafricane, che raggiungono da sole il 25,6% delle presenze.
Dall’analisi e dalla comparazione dei bisogni espressi sia dagli utenti di nazionalità italiana che straniera, emerge che: l’incidenza della povertà economica tra gli stranieri (78%) è di poco inferiore a quella registrata tra gli italiani (82,4%); i problemi lavorativi coinvolgono quote simili di italiani e stranieri (48,1% e 48,3%); i problemi abitativi appaiono più diffusi tra gli utenti di nazionalità non italiana (24,6% contro il 17,1%); le problematiche familiari (separazioni, conflitti, abbandono, maltrattamenti, maternità indesiderate, morte di un congiunto, ecc.) sono molto più diffuse tra gli italiani (18,2%) che tra gli stranieri (8,9%); come ovvio, i bisogni determinati dalla migrazione sono presenti all’interno della componente straniera (14,7%), e riguardano in modo particolare problematiche legate a questioni inerenti alle domande di asilo/permessi di soggiorno, alla irregolarita’ giuridica e/o problemi burocratici/amministrativi.
Da quasi un decennio quest’ultimo tipo di problemi risulta in forte aumento, anche a causa di una maggiore capacita’ di intercettazione dei casi da parte di alcune Caritas diocesane;
poco diffuse, nel complesso, alcune problematiche che trovano risposta presso contesti assistenziali diversi dai Centri di Ascolto (dipendenze, carcere, handicap, ecc.).