Omicidio Sana Cheema, 24enne di origini pakistane morta in Pakistan nell’aprile del 2018. Il padre e il fratello, assolti dalla giustizia pakistana, sarebbero disposti a farsi processare in Italia
“Confermo che il padre e il fratello di Sana Cheema mi hanno contattato e se lo hanno fatto è perché vogliono difendersi”. Lo ha detto l’avvocato Kolaj Klodjan, legale del Foro di Brescia che ha ricevuto il mandato da parte del fratello e del padre della 24enne di origini pakistane, ma con passaporto italiano, Sana Cheema, morta in Pakistan nell’aprile del 2018.
I due, già assolti in Pakistan dall’accusa di omicidio, sono accusati in Italia di omicidio politico, “per aver cagionato la morte della ragazza per asfissia meccanica violenta mediante strangolamento, così annullando diritti politici sociali fondamentali e assoluti della vittima che è stata uccisa per aver ripetutamente rifiutato il matrimonio deciso dai congiunti” si legge nelle carte dell’inchiesta. Per la giustizia italiana la giovane è stata uccisa per aver rifiutato le nozze combinate. L’ipotesi è che sia stata strangolata con un foulard dal padre della vittima Moustafa e dal fratello Adnan che in Pakistan, dopo un periodo di carcere, erano stati però assolti per insufficienza di prove.