Pakistan – Attentato all’ex premier del Pakistan in un comizio, ucciso l’attentatore
L’ex premier pakistano Imran Khan è stato colpito da un proiettile a una gamba mentre teneva un comizio vicino a Gujranwala, nel Punjab.
L’ex campione di cricket, esautorato lo scorso aprile dopo un voto di sfiducia, è stato trasportato a Lahore per essere curato e si trova in “condizioni stabili”; video diffusi sui social lo hanno mostrato con un bendaggio intorno al polpaccio destro.
Immediata la condanna del presidente Arif Alvi che in un tweet ha deprecato “l’atroce tentativo di assassinio”.
“Ringrazio Allah che (Imran Khan; ndr) è al sicuro ma ferito con pochi proiettili nella gamba e, si spera, non in maniera grave”, ha affermato. Anche il premier Shehbaz Sharif, arrivato al potere dopo la caduta di Khan sei mesi fa, si è fatto sentire, “condannando l’incidente nei termini più duri”.
Il capo di governo ha chiesto “un immediato rapporto” sull’accaduto, sottolineando che “la violenza non dovrebbe avere nessuno spazio nella politica del nostro Paese”.
Da venerdì scorso Khan è in marcia da Lahore verso Islamabad per chiedere nuove elezioni, alla testa di migliaia di persone che lo seguono.
Numerosi i comizi durante il percorso di città in città, parlando dall’alto di un camion portacontainer. Stavolta, in mezzo alla folla, “c’era un uomo che aveva una pistola automatica. Ha sparato un colpo, quelli che si trovavano in prima linea sono stati colpiti”, ha riferito l’ex ministro dell’Informazione, Fawad Chaudhry, che in quel momento si trovava dietro l’ex premier.
La folla ha cercato di disarmare l’uomo che “nella mischia ha mancato l’obiettivo. C’era così tanto sangue sul container“, ha aggiunto Chaudhry, precisando che sei persone sono state colpite e un sostenitore di Khan è stato ucciso. (Inizialmente fonti vicine all’ex premier avevano sostenuto che a perdere la vita fosse stato un secondo sicario, ma la ricostruzione è stata in seguito smentita).
Tra i feriti anche Faisal Javed, alto esponente del Pakistan Tehreek-e-Insaf (Pti) di Khan, che è stato colpito alla testa durante l’attacco. In un video lo si vede mentre riceve le prime cure e lancia un appello: “Per favore, pregate per noi, per Imran Khan, per i nostri colleghi che sono gravemente feriti e per il nostro membro di partito che è morto da martire”.
L’attacco all’ex premier ricorda un’altra stagione politica del Pakistan quando nel 2007 venne uccisa l’allora leader di Islamabad, Benazir Bhutto, in un attentato dinamitardo a Rawalpindi; pochi mesi prima era scampata a un altro tentativo di assassinarla, a Karachi, e le vittime erano state 130.
Khan più volte ha dichiarato di essere pronto a morire per il suo Paese e da tempo i suoi consiglieri parlano di minacce alla sua vita non meglio identificate.
Da quando è stato destituito nell’aprile scorso con un voto di sfiducia, accusato di malgoverno e cattiva gestione economica dopo essere stato eletto nel 2018 promettendo di combattere la corruzione, l’ex campione di cricket ha ripetutamente sostenuto di essere stato vittima di un “complotto” ordito dagli Stati Uniti. Una tesi che fa presa in un Paese percorso ancora da forti sentimenti anti-americani.
Due settimane fa, la Commissione elettorale pakistana ha decretato che per cinque anni Khan non potrà correre per incarichi politici, dopo essere stato riconosciuto colpevole di “pratiche corruttive” riguardo a regali ricevuti da leader stranieri mentre era in carica, che non aveva dichiarato. Tantomeno aveva dichiarato i profitti derivanti dalla loro vendita.