I gatti hanno quasi 300 espressioni facciali – Una nuova ricerca sfata alcuni falsi miti suoi nostri felini domestici, dimostrando che si tratta di una specie estremamente espressiva, che comunica con un ampio repertorio di espressioni del muso. Merito, con ogni probabilità, della lunga convivenza con gli esseri umani.
Freddi, ingrati, calcolatori, inespressivi. Sono alcuni dei luoghi comuni con cui convivono i nostri felini preferiti: i gatti. E che nonostante una nutrita schiera di “gattofili” pronti a giurare che si tratta solo di cattiva pubblicità, continuano a rivelarsi – come tutti i pregiudizi – duri a morire. Ad intervenire in loro difesa, però, ci pensa ora la scienza: uno studio pubblicato di recente sulla rivista Behavioural Processe rivela infatti che i nostri gatti domestici sono capaci di esibire quasi 300 diverse espressioni facciali, un enorme repertorio comportamentale che sembra nascere, a dispetto dei luoghi comuni, proprio dalla necessità di convivere e comunicare con gli esseri umani.
Tutto nasce dalle ricerche di una studentessa di medicina americana, Lauren Scott, gattara doc che dal 2021 ha deciso di studiare le interazioni sociali dei gatti e le espressioni facciali con cui si realizzano, proprio per sfatare il mito che li vede come animali solitari e asociali. I suoi esperimenti si sono svolti nella cornice di un bar dedicato agli amanti dei gatti, un locale in cui i clienti possono consumare i propri ordini circondati da dozzine di felini domestici. Con il permesso dei proprietari, Scott si è trattenuta nel locale dopo l’orario di chiusura per quasi un anno, registrando in totale oltre 190 minuti di video delle espressioni facciali dei mici mentre erano intenti ad interagire tra loro.
Con l’aiuto della psicologa evoluzionista Brittany Florkiewicz, all’epoca impiegata della University of California di Los Angeles, la giovane ricercatrice ha quindi analizzato i filmati, catalogando tutte le espressioni facciali identificabili nei gatti, e studiandone nel dettaglio i movimenti muscolari, e il possibile significato.
Il primo risultato del loro lavoro è un catalogo delle “facce” di cui sono capaci i gatti, che ha stupito per quantità anche alcuni esperti di etologia felina: in totale, le due ricercatrici hanno contato ben 276 espressioni distinte, un numero estremamente elevato se si pensa che un animale sociale e intelligente come lo scimpanzé ne possiede ufficialmente non più di 357. Ognuna delle espressioni catalogate nei gatti è inoltre la combinazione di 26 movimenti distinti del muscoli del muso. Un numero, anche in questo caso, elevato, visto che per i cani se ne contano 27 e per gli esser i umani poco più di una quarantina, a confermare che i gatti possiedono in realtà una muscolatura facciale estremamente espressiva.
Per quanto riguarda il contesto in cui i gatti utilizzano questo impressionante repertorio di espressioni, secondo le analisi delle due ricercatrici nel 45% dei casi si tratta di espressioni amichevoli, nel 37% di facce legate a comportamenti aggressivi, e in 18% di espressioni ambigue, che possono essere utilizzate in entrambi i contesti. Sul significato preciso delle espressioni facciali catalogate nei gatti le due non si sbilanciano, ma in linea generale sembrerebbe che i comportamenti amichevoli coinvolgano spesso il movimento di orecchie e baffi (o meglio vibrisse) in direzione dell’interlocutore, mentre in caso di atteggiamenti aggressivi sembra avvenire di norma il contrario.
I parenti selvatici dei gatti domestici sono tutti animali solitari e scarsamente sociali, che non utilizzano probabilmente molte espressioni facciali nelle interazioni con i conspecifici, se non in situazioni di conflitto. Per questo motivo, le due ricercatrici ipotizzano che il repertorio di espressioni dei mici domestici si sia ampliato durante il lungo processo di domesticazione che li ha portati a convivere con la nostra specie.