Grida “Allah Akbar” in metro a Milano: uomo armato fermato dalla polizia – L’uomo, un 37enne algerino, era ricercato dopo essere stato condannato per terrorismo in Algeria, dove è accusato di far parte dell’Isis.
Quando gli agenti lo hanno fermato, ha iniziato a urlare più volte “Allah Akbar”. Ha infilato ripetutamente la mano nello zaino, cercando di prendere un coltello con una lama di 12 centimetri. Fortunatamente senza riuscirci. Protagonista un uomo di 37 anni, cittadino algerino, che è stato arrestato dalla polizia a Milano perché destinatario di un mandato di cattura internazionale per partecipazione ad associazione terroristica.
Il fatto è accaduto lo scorso 29 agosto, ma è stato reso noto soltanto oggi. Chouial Yassin, questo il nome dell’uomo, è stato bloccato per un controllo in metropolitana – nella stazione di Cadorna – e ha subito mostrato un atteggiamento aggressivo, “gridando ripetutamente ‘Allah Akbar’ mentre tentava di afferrare dal proprio zaino un oggetto rivelatosi essere un coltello”.
L’uomo è stato quindi fermato – con le accuse di resistenza a pubblico ufficiale e per il porto del coltello – ed è stato accompagnato accompagnato in questura, dove gli agenti della Digos hanno accertato che era ricercato dalle autorità algerine perché ritenuto, dal 2015, appartenente alle milizie dello Stato Islamico e impiegato nel teatro bellico siro-iracheno.
Il 37enne, “mai evidenziatosi prima alle forze di polizia italiane”, era stato portato in carcere a San Vittore in attesa dell’estradizione in Algeria. Ma gli atti dal paese natale non sono arrivati in tempo e, scaduti i 40 giorni, l’uomo è stato liberato e accompagnato al Cpr perché senza fissa dimora e irregolare. Quando la documentazione è arrivata in Italia, il 37enne è stato riportato a San Vittore e la macchina del procedimento di estradizione è ripartita. Durante l’udienza in appello – che si sarebbe tenuta un mesetto fa – Chouial Yassin ha raccontato di vivere in Italia come ambulante già da un anno, sostando in un’area occupata di Lampugnano, sottolineando anche di “amare” l’Italia e non si è opposto all’estradizione, su cui il ministero della Giustizia aveva già dato parere positivo. L’estradizione dovrebbe avvenire il prossimo 22 novembre.