Aiuti in Congo e Burundi da parte di un gruppo di volontari abruzzesi – Francesco Barone è tornato da pochi giorni dalla missione umanitaria in Congo e in Burundi, questa volta accompagnato da due volontarie abruzzesi, Sandra Silveri e Miriana Sbaraglia. Si è trattato del suo 63esimo viaggio, effettuato con lo scopo di andare nuovamente incontro alle numerose necessità di miglioramento delle popolazioni che vivono in condizioni di evidente vulnerabilità. Accompagnati da Bienvenue Kasole, referente dei progetti umanitari a Goma, la delegazione dei volontari, ha operato consegnando quintali di alimenti, medicinali e vestiti e, inoltre, provvedendo all’acquisto e all’installazione di pannelli fotovoltaici in strutture prive di energia elettrica. “Ciò che ha animato il nostro desiderio di partecipare a questa missione è stata soprattutto la volontà di non restare indifferenti nei confronti di chi vive in zone di conflitto, quindi, di emarginazione sociale ed economica. Abbiamo assistito numerose persone povere, in particolar modo, bambini e donne, prive dei più elementari mezzi di sostentamento”. E’ stato questo il commento di Sandra e Miriana, raggiunte telefonicamente. Per Barone, Presidente dell’Associazione Help senza confini, Ambasciatore di Pace e Ambasciatore d’Abruzzo nel mondo, “chi vive certe esperienze non può nasconderle dietro il dolore delle ingiustizie e delle disuguaglianze, viste e vissute nel corso di circa trenta anni di attività umanitarie in Ruanda, Burundi, Senegal e Repubblica Democratica del Congo. Non si possono occultare le responsabilità da parte chi dovrebbe intervenire per porre fine a questi massacri e, invece, resta a guardare uno scenario sempre più drammatico, fatto di milioni di profughi che rischiano di morire di fame e di sete”. E’ innegabile il coraggio dei quattro volontari, impegnati in un contesto difficile, in cui da decenni sono in corso continui conflitti che hanno causato milioni di vittime innocenti. L’accaparramento delle risorse, quali coltan, cobalto, oro e diamanti è la causa principale delle gravi violenze che riguardano le popolazioni del Nord e Sud Kivu. L’operato e la solidarietà dei volontari e delle volontarie tiene accesa la speranza, soprattutto in un periodo in cui risulta fondamentale il rafforzamento del processo empatico verso gli altri. Per la costruzione di una rinnovata umanità, divengono sempre più indispensabili i fatti concreti, in termini di aiuto e di rispetto reciproco.


