Nel contesto della crisi politica e sociale in Madagascar, Andry Rajoelina ha guidato il paese come presidente nel 2009 e nuovamente dal 2019, cercando di consolidare il suo potere attraverso nomine di persone fedeli all’interno delle forze armate, in particolare dei CAPSAT, un’unità militare potente e influente. Tuttavia, non riuscendo a controllare pienamente questa unità, nel 2009 i CAPSAT deposero Rajoelina con un colpo di stato, e anche questa settimana si sono ribellati, deposto il presidente e costretto Rajoelina all’esilio, probabilmente a Dubai con il supporto della Francia.
Le proteste popolari, iniziate spontaneamente il 25 settembre contro povertà, corruzione e servizi pubblici inefficienti, sono state sostenute dai CAPSAT, che hanno deciso di schierarsi con i manifestanti, annunciando di aver smesso di eseguire ordini illegali e di aver preso il controllo delle forze armate. La loro azione ha portato alla rimozione di blocchi della polizia e all’ingresso dei manifestanti nel centro di Antananarivo, celebrando il sostegno militare.
Dopo aver dichiarato di controllare tutte le forze armate, i CAPSAT hanno sospeso le istituzioni dello stato e nominato un Consiglio Nazionale di Difesa per la Transizione, che prenderà il posto del governo e nominerà un nuovo primo ministro, con l’obiettivo di organizzare elezioni in due anni. Il governo di Rajoelina ha definito l’evento un colpo di stato, ma i militari cercano di presentare la loro azione come una rivoluzione popolare. La relazione tra i militari e il movimento giovanile “Gen Z” rimane incerta, così come il futuro politico del paese, con possibilità che i CAPSAT possano mantenere il controllo o cedere il potere a un governo civile.
Redazione
