Di Souad Sbai
“Les Complices du mal” indaga sui presunti legami tra esponenti di La France Insoumise e organizzazioni islamiste, accendendo un dibattito politico in Francia.
La Francia si prepara a un nuovo capitolo di tensione politica: in questi giorni arriva in libreria Les Complices du mal, l’inchiesta del giornalista franco-siriano Omar Youssef Souleimane, pubblicata da Plon. Il libro esplora presunti legami tra membri di La France Insoumise (LFI) e associazioni islamiche, suscitando forte preoccupazione nel movimento guidato da Jean-Luc Mélenchon.
In vista della pubblicazione, LFI ha inviato una diffida all’editore, accusando Plon di diffondere dichiarazioni screditanti. La quarta di copertina cita «candidati di LFI legati a progetti islamisti volti a imporre standard compatibili con la Sharia». Nonostante le pressioni, il volume sarà disponibile regolarmente, offrendo un’analisi dettagliata dei contatti tra alcuni politici e certi ambienti islamici.
Souleimane, rifugiato politico in Francia dal 2012, basa la sua inchiesta su documenti, testimonianze e osservazioni dirette di manifestazioni pro-Palestina. Tra i gruppi citati figurano i Fratelli Musulmani, descritti dall’autore come utilizzatori di LFI «come un cavallo di Troia» per influenzare la politica, l’associazione Urgence Palestine e riferimenti indiretti ad Hamas. Secondo Souleimane, alcuni esponenti di LFI ignorano le implicazioni dell’islamismo radicale, con possibili rischi per la laicità e la sicurezza della Repubblica.
L’autore precisa: «Non sto accusando senza prove. Ho documentato un percorso che può portare a conseguenze molto serie». E aggiunge: «Se i politici non comprendono i rischi, rischiano di creare un caos che danneggerebbe la Repubblica stessa». Souleimane denuncia anche tentativi di censura: «Sono fuggito dalla dittatura di Assad per trovare libertà in Francia, e ora i politici vogliono mettermi a tacere».
Il libro ha suscitato reazioni forti all’interno di LFI, già sensibile alle critiche esterne. Jean-Luc Barré, presidente di Plon, afferma: «Non cederemo alla censura o alle pressioni politiche. Altrimenti, non ci sarà più libertà di parola». Les Complices du mal si inserisce in una tradizione di inchieste critiche verso il movimento: nel 2019, LFI aveva cercato di bloccare La caduta della casa Mélenchon, mostrando una forte attenzione verso le pubblicazioni che mettono in discussione i propri rapporti esterni.
Il libro offre un’occasione di riflessione sui legami tra politica e radicalismo religioso. L’attenzione dei media e del pubblico europeo è alta: il volume non solo mette in discussione il ruolo e la trasparenza di LFI, ma solleva interrogativi più ampi sui rapporti tra politica, ideologia religiosa e sicurezza nazionale. In un clima già polarizzato, il dibattito sulle connessioni tra esponenti politici e ambienti islamisti promette di dominare la scena politica francese nei prossimi mesi.

