Ciro Grillo e i tre amici accusati di stupro potrebbero chiedere il rito abbreviato – La scelta consentirebbe uno sconto di pena fino a un terzo. E soprattutto permetterebbe di celebrare il processo basandosi su quanto raccolto dal pubblico ministero.
Ciro Grillo e i suoi tre amici, accusati dalla procura di Tempio Pausania dello stupro di una 19enne a Porto Cervo, nella casa del fondatore del M5s, potrebbero chiedere il rito abbreviato nel caso in cui venissero rinviati a giudizio. La scelta del rito alternativo consente uno sconto di pena fino a un terzo ma, soprattutto, permetterebbe di celebrare il processo durante l’udienza preliminare, senza dibattimento, sulla base di quanto raccolto dal pubblico ministero. Dunque diventerebbero fondamentali le foto e il video di 20 secondi conservato sullo smartphone di uno dei ragazzi e citato da Beppe Grillo, quando su Facebook ha inteso perorare l’innocenza di Ciro e degli altri tre indagati (Francesco Corsiglia, Edoardo Capitta e Vittorio Lauria).
Secondo gli avvocati dei quattro, infatti, le immagini dimostrerebbero che il rapporto fu consenziente, mentre per la procura la giovane sarebbe stata costretta a bere e poi abusata. I pm sardi potrebbero chiedere a breve il rinvio a giudizio. A quel punto il gip dovrà fissare l’udienza preliminare e in quella sede la difesa potrebbe chiedere il rito abbreviato, che non presuppone un’ammissione di colpevolezza, ma comporta appunto l’essere giudicati allo stato degli atti. Ovvero, nella maggior parte dei casi, sulla base dei soli atti raccolti dall’accusa. Gli obiettivi principali, per la difesa, sono quelli di ridurre i danni di un’eventuale condanna e sfruttare le possibili lacune dell’indagine, evitando le insidie del dibattimento. Per contro, a fronte della rinuncia di parte delle garanzie difensive del dibattimento, all’imputato, in caso di condanna, è garantito uno sconto di pena.
Intanto, secondo quanto anticipato da alcuni quotidiani, Francesco Corsiglia si è smarcato dal resto del gruppo, raccontando la sua verità: «Ho avuto un rapporto consenziente, eravamo solo io e lei, poi mi sono addormentato. Di ciò che è successo dopo io non so niente». Versione corroborata dal fatto che non era nel video e nelle foto ritenute fondamentali dalla procura. I quattro hanno sempre rigettato la contestazione di aver abusato della studentessa di Milano, conosciuta quella notte alla discoteca Billionaire insieme ad un’amica. Il racconto di Corsiglia con l’ora in cui sarebbe avvenuto il rapporto metterebbe l’indagato fuori dall’abuso di gruppo, circostanza da cui il giovane prende completamente le distanze.
Inoltre, ai microfoni di Non è l’Arena, un’amica di Ciro Grillo ha confermato di avere visto il video: un elemento questo che potrebbe inguaiare ulteriormente gli indagati se dovesse emergere che quelle scene sono state diffuse ad altre persone. Corsiglia, inoltre, non compare neppure nelle immagini che hanno portato a un secondo capo d’imputazione di violenza sessuale: mentre l’amica della giovane che ha denunciato l’abuso era addormentata sul divano, ubriaca, altri due ragazzi si sono fatti fotografare accanto a lei in atteggiamenti pornografici.
Una seconda accusa che, sebbene sia distinta dalla prima, potrebbe in qualche modo trascinare con sé anche la prima. E nello scontro tra le parti spuntano anche indagini “conoscitive” che Beppe Grillo avrebbe fatto svolgere sulla presunta vittima con tanto di perizia medico legale, secondo quanto oggi ha anticipato Repubblica. Grillo avrebbe contattato il dottor Marco Salvi – che si è occupato del serial killer Donato Bilancia e dell’omicidio di Carlo Giuliani al G8 di Genova nel 2001 – per sapere se la ragazza quella notte fosse ubriaca o capace di intendere e volere. Tra le indagini conoscitive anche l’intento di ricostruire la personalità e i comportamenti della giovane.