Covid: può essere a rischio anche chi ha un indice sano di massa corporea – Studio dell’Università di Oxford pubblicato sulla rivista The Lancet Diabetes And Endocrinology
Che l’obesità rappresentasse un fattore di rischio per Covid-19 è un’evidenza dimostrata già da tempo e da diversi studi scientifici. Ora però uno studio dell’Università di Oxford ha dimostrato che anche avere un Indice di massa corporea (Ibm) che rientra nel range considerato sano può aumentare il rischio di sviluppare una forma grave dell’infezione.
Un Bmi sano è compreso tra 18,5 e 25, ma il nuovo studio mostra che per ogni punto oltre 23, il rischio di ospedalizzazione da Covid-19 per una persona aumenta del 5 per cento. Queste stesse persone hanno anche il 10 per cento di probabilità in più rispetto ai loro coetanei più magri di aver bisogno di cure intensive.
Ma, stando a quanto pubblicato sulla rivista The Lancet Diabetes And Endocrinology, il rischio è più significativo nei giovani adulti e coloro che hanno un’età compresa tra i 20 e i 39 anni hanno anche un rischio di ospedalizzazione superiore del 9 per cento per ogni punto di Bmi superiore a 23. Inoltre, hanno anche il 13 per cento in più di probabilità di essere ricoverati in terapia intensiva e il 17 per cento in più di probabilità di morire rispetto a coloro che hanno un Bmi pari o inferiore a 23.
Per arrivare a questa conclusione i ricercatori hanno analizzato quasi sette milioni di cartelle cliniche anonime di persone che vivono in Inghilterra. In particolare, si sono concentrati su 13.503 pazienti Covid-19 che hanno avuto bisogno di cure ospedaliere tra il 24 gennaio e il 30 aprile 2020. Gli scienziati dell’Università di Oxford hanno così concluso che io peso corporeo è determinante per la gravità dell’infezione Covid-19.
Studi precedenti hanno scoperto che le persone obese sono più a rischio di sviluppare forme gravi di Covid-19, ma questo è il primo studio a esaminare nel dettaglio il Bmi. I risultati mostrano anche che le persone sottopeso, con un Bmi inferiore a 18,5, hanno anche riportato esiti peggiori per Covid-19.
“Il nostro studio – spiega Carmen Piernas – mostra che anche un eccesso di peso molto modesto è associato a maggiori rischi di gravi complicanze di Covid-19 e i rischi aumentano bruscamente all’aumentare del Bmi. Abbiamo anche dimostrato che i rischi associati all’eccesso di peso sono maggiori nelle persone di età inferiore ai 40 anni, mentre il peso ha un effetto minimo o nullo sulle possibilità di sviluppare Covid-19 grave dopo gli 80 anni”.
Secondo i ricercatori, questi risultati suggeriscono che nella scelta di chi vaccinare per prima nella fascia di persone giovani bisognerebbe dare la priorità alle persone obese.