Donne saudite, nuovo passo avanti nel cammino dei diritti

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8 marzo

Con lo stop ai divorzi segreti, le donne saudite compiono un altro passo avanti sul lungo cammino dell’acquisizione di pieni diritti.

Ad uno sguardo superficiale, ricevere un sms del tribunale che notifica l’avvenuta rescissione del vincolo coniugale da parte del marito può sembrare cosa surreale, oltre che lontana anni luce dagli standard occidentali. A ben vedere, si tratta, invece, di un provvedimento che determina il riconoscimento, sia sotto il profilo formale che sostanziale, di una maggiore dignità per le donne saudite.

Ancora non piena dignità, ma un incremento oggettivo che implica la tutela di una serie di diritti finora non esercitati e che di conseguenza si rifletterà concretamente sulle reali condizioni di vita della componente femminile della società saudita.

Un piccolo passo da gigante, dunque, nell’ambito di un processo più ampio di riforma che sta investendo anche l’ambito lavorativo e professionale su impulso dell’erede al trono, Mohammed Bin Salman. Tale processo necessità di tempi lunghi per potersi estrinsecare interamente, per cui banalizzare l’ultima misura introdotta riguardante il divorzio o la precedente rimozione del divieto di guida è sintomo di una scarsa profondità nell’ analisi della portata del cambiamento in corso in Arabia Saudita e delle sue ripercussioni nel resto del mondo arabo e musulmano.

Ma non solo: il non riconoscere che l’entrare in uno stadio per assistere a una partita di calcio senza nessun accompagnatore uomo, sebbene in settori separati, costituisca un altro progresso significativo, indebolisce il sostegno internazionale necessario affinché Riyadh prosegua senza intoppi lungo la strada del cambiamento, adottando provvedimenti via via più incisivi.

Le polemiche che stanno accompagnando l’imminente svolgimento della Supercoppa italiana a Gedda vanno, pertanto, in direzione contraria rispetto agli interessi delle donne saudite e, consapevolmente o meno, fanno il gioco di quel nuovo polo dell’islamismo mondiale, composto da Qatar, Turchia e Iran, accomunati dall’ideologia estremista dei Fratelli Musulmani, che intende destabilizzare la situazione interna in Arabia Saudita come in altri stati del Golfo, del Levante e del Nord Africa, per avanzare con i propri progetti di conquista.

Il nuovo corso avviato da Mohammed Bin Salman, che comprende anche la lotta all’estremismo, è d’intralcio a tali progetti e lo era già prima dello scoppio del caso Khashoggi. I continui tentativi di destabilizzazione dell’attuale leadership saudita rischiano di compromettere il cammino delle donne verso i pieni diritti e a ciò contribuiscono anche le polemiche di casa nostra.

Di Laila Maher

 

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