Haiti – Sabato un terremoto di magnitudo 7.2 ha colpito il paese, uccidendo migliaia di persone, seguìto dalla tempesta tropicale Grace, che ha portato inondazioni in tutto il paese.
La popolazione è esausta e stremata impotente di fronte al terremoto e alla tempesta tropicale.
Nella città di Li Kai, più di 200 persone hanno iniziato a costruire fragili rifugi in un campo da calcio allagato, tra vento e pioggia incessante.
Nel terremoto sono rimaste uccise, al momento 2000 persone, bilancio ancora “molto parziale”, annunciato martedì dalla Protezione Civile haitiana.
Mentre nella città continua lo sgombero delle macerie nella speranza di trovare sopravvissuti, un elicottero della Guardia Costiera degli Stati Uniti ha organizzato voli per trasportare pazienti in condizioni critiche, gli Stati Uniti hanno noleggiato altri otto elicotteri dell’esercito partiti dall’Honduras per continuare gli sforzi di evacuazione medica.
Il comando meridionale del Pentagono ha dichiarato che la nave da trasporto della Marina degli Stati Uniti, la USS Arlington, arriverà ad Haiti nella giornata di oggi con un team chirurgico.
Si organizzano soccorsi sanitari per migliaia di feriti, con la realizzazione di sale operative sul campo in alcuni centri medici della zona terremotata.
Presso il sito dell’ospedale Ufatma a Kayes, i soldati statunitensi hanno scaricato scatole di equipaggiamento prima di volare nella capitale.
Circa 9900 persone sono rimaste ferite nelle scosse del terremoto e nelle scosse di assestamento. Le autorità hanno affermato che i soccorritori hanno tirato fuori dalle macerie 34 persone ancora vive nelle ultime 48 ore.
L’Hurricane Center di Miami ha affermato che le piogge potrebbero causare “gravi inondazioni” in alcuni luoghi. In queste circostanze, ha invitato le autorità haitiane a “esercitare la massima vigilanza” di fronte alle case che mostrano crepe e che potrebbero crollare sotto l’incessante pioggia.
Il primo ministro Ariel Henry ha dichiarato lo stato di emergenza per un mese nelle quattro province colpite dal disastro.
Ma il paese più povero del continente americano sta affrontando il caos politico, un mese dopo l’assassinio del suo presidente, Jovenel Moise, che ha ulteriormente complicato la situazione amministrativa.
Il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia (UNICEF) ha stimato che 1,2 milioni di persone, tra cui 540 mila bambini, sono state colpite dalla crisi.
L’accesso all’acqua è ancora molto limitato in alcuni luoghi, come la città di Pestel, dove più di 1.800 autocisterne sono state schiacciate o danneggiate, facendo temere così un peggioramento delle condizioni sanitarie.