In Libano “la rete è tornata a lavorare normalmente”, ha detto il ministro dell’Energia, Walid Fayad, citato dall’agenzia stampa Nna. La ripresa della distribuzione dell’energia elettrica è stata possibile dopo che l’esercito ha rifornito le centrali con 6 mila litri di carburante delle proprie riserve, che basteranno per tre giorni. Passato questo periodo, entreranno in funzione altre due centrali, grazie ad un carico di carburante in arrivo dall’Iraq.
In una nota del Ministro dell’Energia Libanese che ha annunciato un credito, da parte della banca centrale, di 100 milioni di dollari per far partire le gare di appalto per la produzione di elettricità. Nella nota il ministro inoltre comunica che la rete nel paese è tornata a fornire la stessa quantità di energia elettrica come prima del completo black out di sabato quando le due maggiori centrali sono state chiuse a causa della carenza di carburante.
La situazione
Ieri, infatti, la rete elettrica nazionale libanese è completamente collassata quando le centrali elettriche di al-Zahrani e Deir Amar hanno smesso di funzionare a causa della mancanza di carburante. L’annuncio del blackout è arrivato attraverso il principale gruppo tv libanese LBCI Lebanon News.
L’azienda elettrica statale libanese, Electricite du Liban, nel frattempo ha cercato di “ricostruire manualmente la rete nazionale, in assenza del centro di controllo nazionale che è stato distrutto dall’esplosione nel porto di Beirut“, avvenuta nell’estate 2020. Il collasso totale del sistema elettrico nazionale, ultimo atto di una crisi che attanagli il paese dei Cedri da circa due anni, arriva proprio quando, dopo un anno senza governo – quello seguito all’esplosione al porto di Beirut che il 4 2020 ha provocato la morte di più di 200 persone –, la formazione di un nuovo esecutivo, guidato da Najib Mikati, aveva avviato colloqui per far ripartire i negoziati con il Fondo monetario internazionale, l’unico in grado di garantire la liquidità necessaria per ripartire.
Da ieri sera l’intero Paese è al buio: funzionano solo i generatori privati, fino a qualche anno fa un bene diffuso ma diventati, ad oggi, un bene solo dei più ricchi quelli che non hanno avuto problemi di fronte alla perdita di valore, il 90%, della lira libanese rispetto al dollaro. La mancanza di elettricità ha investito anche i servizi fondamentali, che già prima reggevano a fatica, come gli ospedali dove già erano rinviati gli interventi ma in cui mancano medicine e depositi refrigerati dove conservarle. Una crisi senza fine per il Paese mediterraneo cerniera tra l’Occidente e il Medio-Oriente, crogiuolo di etnie e religioni nonchè il centro di numerosi affari internazionali e un tempo definito “la Svizzera del Mediterraneo”.