Sei dosi di vaccino Pfizer iniettate tutte insieme per uno sbaglio grossolano ad una studentessa, tirocinante in Psicologia. Ora la 23enne è sotto osservazione. E pensare che è una ragazza che ci credeva eccome ai vaccini. Tirocinante di psicologia clinica aveva ottenuto l’appuntamento con la prima dose di vaccino all’Ospedale Noa di Massa proprio in quanto personale sanitario. Ma appena dopo la somministrazione, l’ artefice dell’errore comincia a sbiancare e a sudare freddo. I sanitari accompagnano all’uscita la vaccinata e le chiedono di aspettare come da rituale. Si accorgono del fattaccio imperdonabile. Escono e non possono che ammettere l’errore.
Alla studentessa dicono: “Abbiamo sbagliato, ci dispiace. Le abbiamo iniettato tutta la fiala di vaccino, pari a sei dosi“. Roba da morire di infarto. Momenti di panico. Seguono momenti concitati, una serie di colloqui con medici ed esperti. Quindi si decide per il il ricovero in osservazione dove tutt’ora si trova la giovane. E’ stato attivato il cosiddetto “Rischio clinico” – ricostruisce la Repubblica-. Ovvero la particolare procedura di presa in carico della paziente alla quale stanno eseguendo esami ed analisi per tenerla costantamente monitorata; e registrare eventuali segnali di reazione acuta. A iniettare la dose sarebbe stata un’infermiera esperta che è da tempo dedicata a questa attività.
La mamma della studentessa: “Preparato non diluito”
La mamma della fanciulla è furibonda ma lucida. “Mi sembra del tutto evidente che c’è stato un grossolano errore da parte di chi ha gestito la vaccinazione di mia figlia”, dice ricostruendo l’accaduto con la Nazione. Errore che, peraltro, è stato ammesso immediatamente dal personale sanitario. “Da quello che abbiamo ricostruito – dice la mamma- il preparato non è stato diluito con la fisiologica come prevede il protocollo. E per una serie di motivi che dovranno sicuramente essere chiariti, hanno iniettato a mia figlia l’intera preparazione, equivalente a sei dosi di vaccino”.
“Ci attendiamo le scuse della Asl”
“Peraltro – aggliunge la donna – mi preme sottolineare che la nostra famiglia è assolutamente a favore della vaccinazione. Mia figlia ha aderito alla campagna in maniera convinta. Il problema, in questo caso, non è legato al vaccino in sé per sé, quanto piuttosto all’errata preparazione. Che ha fatto sì che a mia figlia venissero inoculate sei dosi di Pfizer. Adesso non resta che sperare che non ci siano reazioni avverse di particolare gravità. Di certo ci attendiamo le scuse dell’Asl”. Ma fino a domenica non ci sono state.