Anguillara – Dopo il fermo dei quattro presunti autori della morte di Ibrahim Abdu Ramadan proseguono le indagini degli investigatori.
Quattro persone fermate con l’accusa di omicidio, ma gli arresti potrebbero essere solo la punta dell’iceberg e potrebbero legarsi agli affari di alcune frutterie della Capitale. Sono ancora tante le zone d’ombra che aleggiano attorno all’omicidio di Ibrahim Abdu Ramadan, ucciso con una coltellata alla gola e poi dato alle fiamme ad Anguillara Sabazia. Una morte violenta, scoperta dai carabinieri la mattina di sabato 22 gennaio dopo che un passante segnalò al 112 la presenza di un corpo semicarbonizzato abbandonato in un campo incolto sulla via Braccianese Claudia, in provincia di Roma.
I quattro indagati per l’omicidio del 24enne
Da qui le indagini che hanno portato i militari a fermare quattro connazionali dell’uomo, fra cui due fratelli titolari di diverse frutterie nel quadrante nord-ovest dell’Urbe. Proprio la loro attività potrebbe essere alla base dell’assassinio del 24enne egiziano, che in passato aveva lavorato come dipendente dei due fratelli in uno dei loro esercizi commerciali. Fermati lo scorso venerdì gli investigatori al momento mantengono le bocche cucite, ma proseguono le indagini puntando la loro attenzione, senza lasciare nulla al caso, a partire dalle frutterie gestite nella Capitale da cittadini egiziani.
Il fermo dei quattro presunti autori dell’omicidio
A portare la procura della repubblica di Civitavecchia a disporre il fermo dei quattro lo scorso venerdì 4 febbraio – convalidato dal gip ed eseguito dai carabinieri della sezione operativa della compagnia di Bracciano che hanno condotto le indagini con i militari del nucleo investigativo di Ostia ed i poliziotti del commissariato di Primavalle – il concreto pericolo di fuga da parte di uno dei quattro egiziani indagati per l’omicidio di Ibrahim Abdu Ramadan. Stava infatti preparando la fuga in Egitto.
Le due indagini e l’intuizione
Come si è arrivati alle frutterie di Pineta Sacchetti? In modo casuale, potremmo dire, grazie all’intuizione e alla collaborazione tra polizia e carabinieri. L’indagine per omicidio ha infatti trovato una svolta grazie ad un’altra investigazione partita da una denuncia presentata dai due fratelli egiziani agli agenti del commissariato Primavalle pochi giorni prima del ritrovamento del cadavere del 24enne ad Anguillara. Una querela con la quale i due titolari delle frutterie denunciavano l’incendio di un tendone di una delle loro attività commerciali.
Denuncia dell’incendio che ha portato gli investigatori ad eseguire degli accertamenti che si sono poi rivelati fondamentali per il prosieguo delle indagini. La svolta nella visione di alcune immagini video riprese da alcune telecamere posizionate vicino la frutteria dove era stato denunciato l’incendio del telone. Riprese dove si vedono i quattro indagati salire su un’auto assieme al 24enne poi trovato cadavere ad Anguillara e che sono poi risultate importanti per chiudere la prima indagine, quella per l’omicidio, conclusa per il momento con il fermo dei quattro egiziani.
Il segnale gps e il raffronto con le immagini della frutteria
Il video precede di alcuni giorni il ritrovamento del cadavere e mostra un un’auto. Acquisite le immagini, i carabinieri hanno disposto accertamenti sull’auto, riscontrando la presenza a bordo di un gps. Dai dati del global positioning system si è appurato che l’auto ha viaggiato, nel giorno in cui dagli accertamenti è stato commesso l’omicidio, da Pineta Sacchetti ad Anguillara, fino al punto in cui è stato trovato carbonizzato il cadavere. “In altri termini chi è salito a bordo a inizio corsa era senza ombra di dubbio sul luogo dell’uccisione della vittima” si legge nel decreto di fermo.
Pronto alla fuga in Egitto
A rendere necessario il fermo è stato quindi il concreto pericolo di fuga. Uno dei fermati infatti, irregolare in Italia, si era appena procurato le valige per ripartire velocemente per l’Egitto, come emerge da un’intercettazione captata dai carabinieri. “La valigia deve stare da me domani mattina per favore” dice al telefono. Il fermo, disposto dalla procura di Civitavecchia è stato poi convalidato dal giudice per le indagini preliminari.
Perchè è stato ucciso
Ma perché Ibrahim Abdu Ramadan è stato ucciso? E qui si entra nel campo delle ipotesi. Secondo quanto appurato da RomaToday il 24enne doveva ricevere un pagamento dai due fratelli dopo aver lavorato per loro in una delle loro frutterie, a Pineta Sacchetti. Un debito di qualche migliaio di euro che non sarebbe stato mai saldato nonostante le pressioni da parte del 24enne per avere il proprio denaro guadagnato lavorando per loro.
Le ipotesi investigative
Dunque un debito per un pagamento non retribuito da parte dei due fratelli, che già in passato avrebbero pagato con ritardo altri connazionali che lavorano come dipendenti delle loro frutterie. L’ipotesi è che la vittima abbia reclamato il denaro, provocando la reazione scomposta dei suoi principali.
Proprio sul movente si stagliano le zone d’ombra che collegano l’omicidio al business delle frutterie. Non a caso l’indagine sulla denuncia per l’incendio prosegue e potrebbe svelare ulteriori dettagli relativi all’omicidio.