Ponte Morandi: oggi, mercoledì 16 febbraio, per decisione della Procura di Genova, sono stati mandati a processo tutti i 59 imputati nell’inchiesta sul crollo del vecchio viadotto sul torrente Polcevera, avvenuto il 14 agosto 2018 e costato la vita a 43 persone. Si trattava soprattutto di persone in viaggio, ma per esempio ce n’erano anche due che lavoravano per l’Amiu (il servizio per la gestione dei rifiuti). La decisione del rinvio a giudizio è stata presa in conclusione di un’udienza preliminare.
Ora la parola passerà al gup Paola Faggioni. La Procura vorrebbe anche i reperti che si trovano ancora nei magazzini.
L’inchiesta si è concentrata soprattutto sull’operato delle aziende Autostrade per l’Italia S.p.A. (Aspi) e Sistemi di collaudo automatico (ATE) – Spea, che si era occupata di progettazione e monitoraggio. Inoltre ha coinvolto tecnici e dirigenti del Ministero dei trasporti, delle Infrastrutture e del Provveditorato delle Opere Pubbliche, accusati di non aver eseguito i controlli necessari sul ponte. Le accuse sono di omicidio colposo plurimo, omicidio stradale, disastro colposo, attentato alla sicurezza dei trasporti, crollo doloso, rimozione dolosa di dispositivi di sicurezza, falso e omissione d’atti d’ufficio.
Al risultato odierno (che ha visto anche chiedere il processo per l’ex ad di Aspi ed Atlantia Giovanni Castellucci) si è arrivati dopo una serie di udienze preliminari. Intanto si sta lavorando per costruire un Giardino della Memoria per le vittime. E’ stato progettato da Stefano Boeri, architetto e politico (è stato per esempio candidato sindaco di Milano nel 2010, anno in cui ha vinto Giuliano Pisapia).