INPS NEGA ASSEGNO TEMPORANEO CON UNA MOTIVAZIONE ASSURDA: “LEI SIGNORA NON E’ LA MADRE DI SUA FIGLIA”. SUCCEDE A ROMA

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INPS NEGA ASSEGNO TEMPORANEO CON UNA MOTIVAZIONE ASSURDA – “Il rapporto di genitorialità richiedente-minore non è riscontrato”. Con questa asserzione a dir poco raggelante, l’INPS ha respinto la richiesta di assegno temporaneo effettuata dalla signora che chiameremo Valentina, per tutelare lei e la privacy della figlia di 8 anni.
L’assegno temporaneo è una prestazione transitoria, prevista dal 1° luglio 2021 al 28 febbraio 2022, voluta dal governo Draghi col Decreto Legge 79 del 8 giugno 2021 e spetta ai nuclei familiari con figli minori di 18 anni a carico.

E’ una misura, quindi, finalizzata a dare un sostegno immediato a tutti i genitori in possesso di tutti i requisiti previsti dalla legge. Ed è per questo che la signora Valentina, titolare a Roma di un’autoscuola e CAF patronato sulla Cassia, ha fatto richiesta all’Inps per ottenere questo sostegno. “Ho ricevuto la lettera dell’INPS e quando l’ho letta stentavo a credere a ciò che c’era scritto: non mi veniva riconosciuto il diritto di percepire l’assegno temporaneo per mia figlia perché l’Istituto Nazionale Previdenza Sociale non crede che io sia la madre di mia figlia – spiega, sbalordita, la signora Valentina.

Ritengo sia una motivazione assurda quella di dubitare della genitorialità per respingere una domanda regolare, specie se giunge a ridosso della data di scadenza prevista dalla legge per inoltrare le richieste di sostegno economico.

Se non era chiara la documentazione attestante la genitorialità, si poteva scrivere ‘signora la invitiamo a rispedire la documentazione relativa alla sua richiesta’. Invece – continua la signora Valentina – hanno trovato il pretesto più vergognoso e inverosimile che un operatore potesse fornire ad un cittadino”.

Potrebbe trattarsi di uno spiacevole ‘qui pro quo’, un errore di valutazione dei requisiti?
“Assolutamente no – sostiene Valentina – perché a seguito della lettera ho inviato, in data 16 febbraio scorso, anche una PEC con allegata, ancora una volta, la documentazione che attesta la maternità. Ma è un passaggio in più, che non avrei dovuto nemmeno compiere, perché la motivazione di respinta che ho avuto è paradossale. E ancora ad oggi non ho ottenuto dall’INPS alcuna risposta, tanto che sto già ricorrendo a vie legali.

Ora – conclude questa mamma – io sono una donna giovane, titolare di un CAF, so come funzionano le leggi e so difendermi, ma mi chiedo come fanno tantissime persone, magari anziani, a contestare le motivazioni assurde che l’INPS inoltra per respingere richieste di invalidità o di infortuni”.

Di SABRINA DONATI

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