Droni Usa bloccati al porto di Gioia Tauro: in Calabria arrivano gli 007 – L’intrigo internazionale si arricchisce secondo Repubblica di un nuovo capitolo. Washington vuole vederci chiaro.
GIOIA TAURO Si riaccendono i riflettori sul caso legato ai droni da guerra “made in Usa” scoperti nel porto di Gioia Tauro e diretti in Russia. Già perché in queste ore il governo statunitense avrebbe mandato in Calabria gli 007 che, fino a domani, lavoreranno a stretto contatto con la Guardia di Finanza e il procuratore di Palmi, Emanuele Crescenti. Secondo quanto riportato oggi dal sito di Repubblica, infatti, pare che Washington voglia vederci chiaro su una faccenda estremamente delicata per il governo USA in un momento storico particolarmente delicato per via della guerra scatenata da Putin in Ucraina lo scorso 24 febbraio.
Lo scalo dei droni a Gioia Tauro
Già perché – sempre secondo Repubblica – a maggio il Cremlino avrebbe tentato di importare componenti militari “made in Usa” passando dall’Italia attraverso una complessa triangolazione, evidentemente senza successo. Il carico di droni difensivi statunitensi – arrivati dal Canada – erano in partenza dal porto di Gioia Tauro ufficialmente verso il Qatar dove sarebbero stati utilizzati ufficialmente per i mondiali di calcio. Tra le ipotesi sul tavolo – riporta ancora Repubblica – anche la possibilità di aver spento il localizzatore gps della nave container in partenza da Gioia Tauro per poi puntare, in incognito, sulla Siria, solido alleato del Cremlino. Sul caso dunque stanno indagando le autorità italiane, compresa la Farnesina, ma anche un gruppo composito di inquirenti e investigatori californiani.