Rotta balcanica, centinaia di arresti: sequestrati 300 kg di eroina, missili e mine antiuomo

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Rotta balcanica, centinaia di arresti: sequestrati 300 kg di eroina, missili e mine antiuomo – E’ passata in sordina la notizia della maxi operazione portata avanti a fine ottobre da oltre 16 mila operatori, provenienti da 28 Paesi europei. Trafficanti di uomini, droga e armi. Trovati missili anticarro, mine antiuomo, più di un quintale e mezzo di marijuana. A Trieste numeri non particolarmente significativi.

Per le persone che vivono a Trieste e dintorni la rotta balcanica si manifesta con l’arrivo quotidiano di decine di migranti, fenomeno condito dalle ripetute polemiche tra chi si occupa di accoglienza e le convinzioni politiche di rappresentanti delle istituzioni e quasi null’altro. Ogni tanto viene pubblicata la notizia di qualche arresto di passeur (notizie che la polizia slovena diffonde molto di più rispetto a quella italiana, imbavagliata dalla riforma Cartabia), qualche centinaio di militanti ad intermittenza si indigna per le condizioni in cui vengono costretti a vivere i richiedenti asilo, all’addiaccio tra la piazza della stazione centrale e l’ex silos, embrione di favelas dimenticate da tutti, ignorate e, potremmo dire, molto poco asburgiche. La rotta balcanica però, non inizia e non finisce a Trieste.

L’operazione nei Balcani

E’ passata in sordina anche la notizia di una vastissima operazione di polizia durata tre giorni e che, proprio nella rotta balcanica ha individuato il suo target. Dal 26 al 29 ottobre sono stati coinvolti circa sedicimila operatori che, complessivamente, hanno portato a termine 382 arresti (la maggior parte dei quali relativi a traffico di droga, ma anche per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, frode documentale e traffico di armi da fuoco), al sequestro di oltre 100 armi da fuoco (tra le quali sistemi di difesa aerea, granate, missili anticarro, mine antiuomo) e a oltre 300 chilogrammi di eroina e 150 chilogrammi di marijuana. Un colpo basso alle organizzazioni criminali che gestiscono i traffici nella penisola balcanica, visto che le prove acquisite sul campo hanno consentito l’avvio di 130 nuove indagini.

Ventotto i paesi interessati nelle attività (18 Stati membri dell’Unione Europea, più 10 Paesi terzi). In tale contesto, l’Italia ha coordinato le operazioni sul territorio nazionale attraverso la Direzione Centrale della Polizia Criminale, la Direzione Centrale dell’Immigrazione e della Polizia delle Frontiere, l’Arma dei Carabinieri e la Guardia di Finanza presso i rispettivi punti di frontiera. A Trieste, secondo quanto in possesso di TriestePrima, i numeri emersi dalle operazioni di contrasto non sarebbero particolarmente significativi. Nel porto del capoluogo regionale il 28 ottobre (quindi nei giorni dell’operazione) era stata data la notizia del sequestro, da parte della Guardia di Finanza, di oltre 100 chilogrammi di cocaina, proveniente tuttavia dal Sudamerica e non dai Balcani. Le prove acquisite hanno inoltre consentito l’avvio di 130 nuove attività’ investigative.

triesteprima

 

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