Sudan: “Avviata evacuazione italiani” – Tajani: “Entro la nottata tutti al sicuro”. Oggi un attacco a un convoglio francese nonostante una tregua concordata tra le parti. Evacuata l’ambasciata Usa. Partito il primo aereo dalla Francia e iniziato il rientro dei cittadini tedeschi. Blackout quasi totale di Internet.
Nonostante una tregua concordata tra le parti, in Sudan, continuano i combattimenti fra esercito e paramilitari e la situazione nella capitale è molto pericolosa. Un francese è rimasto ferito durante le operazioni di evacuazione dell’ambasciata. Lo hanno riferiscono le forze di supporto, organizzazione paramilitare, del Sudan, attraverso un tweet. Secondo la ricostruzione le RFS sarebbero state attaccate da aerei durante l’evacuazione questa mattina, lungo la strada da Bahri a Omdurman.
Crosetto: “Avviata evacuazione degli italiani”
Come altri Paesi occidentali, anche il governo italiano si è mobilitato per evacuare “tutti i nostri connazionali presenti nel Paese. La Difesa è in costante contatto con la presidenza del Consiglio, la Farnesina e l’Autorità delegata, rendendo disponibile ogni assetto utile a mettere in sicurezza, e poi portare in salvo, gli italiani”. Ad assicurarlo è il ministro della Difesa, Guido Crosetto, che segue costantemente tutte le operazioni.
“La Difesa – aggiunge il ministro – monitora, in costante coordinamento con gli altri organi dello Stato e i partner internazionali, la preoccupante situazione in essere a Khartum che cambia in continuazione. Le attività di evacuazione dei nostri connazionali sono coordinate dal comando operativo di vertice interforze. Sono già decollati due C130 dell’Aeronautica militare alle 13,55 ora italiana da Gibuti alla volta di Khartum con a bordo personale delle forze speciali dell’Esercito Italiano e dei Carabinieri. La sicurezza degli aeroporti è assicurata dai fucilieri dell’aria dell’Aeronautica militare”.
“Entro la nottata tutti al sicuro”
Da ieri, 19 italiani che erano in Sudan si trovano al sicuro in Egitto, ha annunciato il ministro degli Esteri. “Ieri grazie alla collaborazione dell’ambasciata al Cairo siamo riusciti a portarne 19 in Egitto: nel giro di poche ore, speriamo entro la nottata, tutti quelli che lo vorranno saranno portati in sicurezza”, ha precisato. L’operazione, ha spiegato, è resa possibile dalla disponibilità delle due parti in conflitto a lasciare libero il loro passaggio: “ho parlato con entrambi e tuteleranno gli italiani, è quello che mi hanno detto: li ho ringraziati, così come ringrazio il ministero della Difesa, impegnato con la Farnesina. Stiamo lavorando con il ministro Crosetto”.
“I nostri connazionali sono stati tutti contattati, anche durante la nottata, dall’unità di crisi del ministero”, ha riferito il vice presidente del Consiglio. “Sono stati chiamati uno per uno, stanno tutti bene e raggiungeranno la nostra ambasciata. Di più non posso dirvi per ragioni di sicurezza”.
Primo aereo partito dalla Francia
Un centinaio di cittadini francesi e di altre nazionalità sono già stati evacuati dal Sudan dalla Francia e un centinaio ulteriore dovrebbe seguire a breve, ma le operazioni sono estremamente complesse. Lo hanno fatto sapere fonti dei ministeri degli Esteri e della Difesa a Parigi. “Un primo aereo ha già lasciato Khartum e dovrebbe arrivare a Gibuti alle 18, mentre un secondo aereo dovrebbe decollare attorno alle 17 e 30”, secondo i ministeri. Su entrambi i voli ci sono circa 100 persone, per un totale di 200 cittadini non solo francesi. Le operazioni, viene reso noto, sono “di estrema complessità” e potrebbero durare ancora uno o due giorni.
Anche la Germania inizia l’evacuazione dei cittadini
Anche la Germania ha iniziato l’evacuazione dei cittadini tedeschi dal Sudan. Come hanno spiegato i ministeri degli Esteri e della Difesa. Berlino sta conducendo “un’operazione di evacuazione in coordinamento con i nostri partner”, hanno dichiarato entrambi su Twitter.
“Il nostro obiettivo è quello di portare via da Khartum il maggior numero possibile di cittadini in questa situazione di pericolo in Sudan. Nell’ambito delle nostre possibilità, porteremo con noi anche cittadini dell’Unione Europea e di altri Paesi”, hanno aggiunto. Anche diversi altri Paesi hanno iniziato a evacuare i propri cittadini dal Sudan: fra gli altri, Italia, Gran Bretagna, Francia e Stati Uniti.
Secondo il settimanale Der Spiegel, la Germania ha interrotto un tentativo di evacuazione già mercoledì scorso. Tre aerei da trasporto militare, che avrebbero dovuto trasportare circa 150 cittadini tedeschi, si sono diretti verso il Paese ma sono stati costretti a tornare indietro.
Il quotidiano Bild ha riportato che il governo tedesco sta pianificando due missioni con aerei militari A400M e che i paracadutisti sono stati inviati in Giordania per dare supporto; durante i salvataggi, i contendenti rispetteranno una tregua.
I diplomatici Usa lasciano Khartoum
Tra le ambasciate di Khartoum che sono già state evacuate c’è quella americana. Lo ha confermato nel corso della notte Joe Biden, che in precedenza aveva detto che non era “sicuro” procedere all’evacuazione dei diplomatici statunitensi presenti nella capitale. Ma le operazioni erano state già avviate, non senza difficoltà, anche se il generale Abdel Fattah al-Burhan, attualmente il leader del Paese, ieri mattina avesse promesso di facilitare le operazioni di evacuazione di diplomatici e cittadini di Gran Bretagna, Cina, Francia e Stati Uniti.
L’ambasciata americana, però, ha alzato il livello di allerta “dovuto a una situazione di incertezza nella capitale Karthum e alla chiusura dell’aeroporto”. Nella notte trascorsa le FSR del Sudan, forze para militari, hanno dichiarato che stanno aiutando le truppe americane a evacuare l’ambasciata di Washington nella capitale Khartoum.
Le ambasciate si svuotano
“Il Rapid Support Forces Command si è coordinato con la U.S. Forces Mission composta da 6 aerei, per evacuare i diplomatici e le loro famiglie domenica mattina”, si legge in un tweet del gruppo paramilitare, che da una settimana combatte l’esercito regolare sudanese in un conflitto che ha già ucciso centinaia di persone.
Anche altri Paesi si stanno muovendo per riportare a casa il personale diplomatico presente in Sudan. Una portavoce del ministero degli Esteri francese ha detto di non poter confermare il trasferimento di diplomatici e cittadini francesi. Stessa posizione espressa dal ministero degli Esteri britannico. Le dichiarazioni confermano i segnali di confusione e di tensione che in questo momento sono dominanti in Sudan, precipitato nel conflitto interno il 15 aprile tra due fazioni che si contendono il controllo del Paese.
Civili vittime dei combattimenti
Almeno quattrocento persone sono rimaste finora uccise nei combattimenti. Di queste, 256 erano civili. Un numero imprecisato di abitanti di Karthum ha lasciato la capitale, sottoposta a bombardamenti, per trovare rifugio in periferia o negli Stati confinanti. Più di quindicimila persone si sono trasferite in Chad. Le oganizzazioni umanitarie hanno dichiarato di non essere più in grado di operare in Sudan, a causa del conflitto.
Anche l’ambasciata cinese in Sudan ha iniziato a organizzare l’evacuazione dei propri cittadini residenti nel Paese africano. In un breve messaggio pubblicato questo sul suo sito ufficiale, la legazione a Khartoum ha chiesto ai cittadini cinesi di compilare il giorno stesso un modulo indicando se desiderano essere evacuati dal Paese. “Si prega di continuare a monitorare da vicino la situazione e mantenere un alto livello di allerta, rafforzare le precauzioni di sicurezza e garantire la propria sicurezza personale”, ha aggiunto l’ambasciata cinese.
Blackout della rete internet
Nel Sudan scosso dai violenti combattimenti tra truppe regolari e paramilitari Rsf c’è un blackout “quasi totale” di Internet. Lo ha riferito NetBlocks, un’organizzazione con sede a Londra che monitora l’accesso al web in tutto il mondo. “I dati di rete in tempo reale mostrano un collasso quasi totale della connettività Internet in Sudan con la connettività nazionale ora al 2% dei livelli ordinari”.