È stato scoperto in Marocco un mosasauro gigante, un rettile marino lungo otto metri, a metà fra un serpente e il varano, che è fra le specie scomparse dopo l’impatto che 66 milioni di anni fa cancellò i dinosauri. Chiamato Pluridens serpentis, è la tredicesima specie di questi animali scoperta nel paese del nord Africa, e dimostra l’alta biodiversità marina in quel periodo del Cretaceo, come spiegano i ricercatori dell’università di Bath sulla rivista Cretaceous research.
Era dotato di mascelle lunghe e oltre un centinaio di denti aguzzi con cui afferrava piccole prede come pesci e calamari, ma rispetto ad altre specie collegate, aveva occhi piccoli, il che fa pensare che non avesse una vista molto buona. Sul muso aveva dozzine di aperture per i nervi, indizio di una capacità di cacciare sentendo i movimenti nell’acqua e i cambi di pressione, un adattamento visto nei serpenti acquatici.
«Generalmente, quando gli animali sviluppano occhi piccoli, è perché si affidano di più agli altri sensi», spiega Nick Longrich, coordinatore dello studio. Il fatto che avesse così tanti nervi sul muso può significare che usava i cambiamenti di pressione nell’acqua per rilevare gli animali in basse condizioni di luminosità, sia di notte che a forti profondità. «Se non usavano gli occhi – continua – probabilmente usavano la lingua per cacciare, come un serpente. I mosasauri probabilmente somigliavano a balene e delfini, ma si comportavano come dei rettili».
La scoperta di questo esemplare di Pluridens porta a 13 il numero di mosasauri finora conosciuti dal tardo Cretaceo in Marocco, ma secondo i ricercatori è possibile che si trovino nuove specie. «La diversità di questi fossili è impressionante. Sembra che i mosasauri avessero raggiunto il picco della loro biodiversità proprio poco prima di estinguersi – prosegue Longrich – Dal punto di vista evolutivo questi animali stavano avendo successo».