Iran: tra meno di un mese, lunedì 7 marzo, uscirà al cinema “Be My Voice” (“Sii la Mia Voce”), docu – film del 2021 dedicato alla condizione delle donne iraniane (con testimonianze e filmati) e a Masih Alinejad, nota giornalista e attivista di origine iraniana in esilio e sotto protezione negli Stati Uniti. La pellicola è della regista Nahid Persson, svedese di origine iraniana. Nel 2004 ha realizzato “Prostitution Behind the Veil” (“Prostituzione Dietro il Velo”).
In Italia, “Be My Voice” sarà prodotto dalla Tucker Film insieme al Pordenone Docs Fest – Le Voci del documentario. Ha già ottenuto il Premio del Pubblico nell’ambito della manifestazione.
La data scelta per l’uscita non è casuale, perché l’indomani sarà la Giornata Internazionale della Donna. L’idea di celebrarla onorando l’impegno di Masih Alinejad in particolare contro il velo obbligatorio, ci pare un ottimo modo.
Anche se lontana dall’Iran, Masih (che su Instagram ha oltre 6 milioni di follower) continua a seguire la sua lotta per la libertà e in particolare quella delle donne a 43 anni dalla Rivoluzione Islamica (il regime e i suoi sostenitori hanno celebrato quattro giorni fa l’anniversario, mentre i numerosi oppositori sono scesi in piazza anche all’estero Italia compresa). L’attivismo della 45enne sta costando molto a lei e ovviamente alla sua famiglia rimasta in patria: suo fratello ha subito un arresto e nel 2018 la sorella ha dovuto “rinnegarla” in diretta televisiva.
Masih ha scritto la propria storia in un libro, pubblicato anche nel nostro Paese: “Il vento fra i capelli” (edito da “Nessun Dogma” nel 2020). Il riferimento è proprio alla libertà di stare senza velo. Anche la regista di “Be My Voice” ha avuto delle conseguenze, per il suo stare dalla parte dell’emancipazione femminile: nel 2007 è finita in prigione, accusata di aver diffamato l’Iran per il suo documentario sulla prostituzione in un Paese dove il velo è obbligatorio. Ricordiamo poi che Nahid Persson ha la doppia cittadinanza e questo può essere un problema.
Nonostante le difficoltà, neanche Nahid si è fermata. Dopo i documentari “My mother – A Persian Princess” (2000), The End of Exile (1999), “My mother – A Persian Princess” (2000), ha girato, oltre a quelli che abbiamo menzionato sopra, “The Queen and I” nel 2009; “The Last Days of Life” (2012) e “My Stolen Revolution” (2013). Sì, perché la Rivoluzione Islamica ha rubato la vera rivoluzione degli iraniani e delle iraniane liberali.
Dopo il “focus” sull’Iran, la manifestazione pordenonese sui documentari, giunta alla XV edizione, continuerà. Dal 6 a 10 aprile ce ne saranno altri. Verranno mostrati in anteprima e non mancheranno ospiti dall’estero.