POMPEI: PATTI SMITH HA RECITATO “L’INFINITO” IN INGLESE

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Patti Smith e la sua poesia rock seducono i 1750 spettatori del teatro grande degli Scavi di Pompei. L’artista americana, antifascista e ambientalista, da sempre attivista sociale, raccoglie l’abbraccio  dei fan accorsi nella cittadina vesuviana.

Intona “Dancing Barefoot” e “Pissing In a River”, “Because the Night” e “Gloria” e “People Have the Power” nel finale, mentre redarguisce la security perché non deve impedire alla gente di raggiungere il palco per danzare e cantare insieme a lei. “Sono qui per fare il mio lavoro e il mio lavoro siete voi”, indicando la sala.

Patti Smith a Pompei: “Rammaricata perché la tomba di Virgilio e Leopardi chiusa”

Esegue due omaggi a Bob Dylan e uno a Neil Young. Poi fa i cori per un tributo a Lou Reed, quando a cantare “Walk on the Wild Side” è il bassista-tastierista (Tony Shanahan).

 

Sul palco brillano anche il figlio della Smith, Jackson Smith (chitarra) – concepito con Fred Smith degli MC5 – e Seb Rochford (batteria). E man mano che il concerto si snoda fra tenerezze e aspre canzoni “contro le morti dei bambini uccisi dalla cultura delle armi da fuoco, specialmente nel mio Paese”, sostiene Smith in gran forma vocale, ecco che compaiono due indimenticabili reading di poesie.

Il primo, per il 25esimo anniversario della sua morte, è la “Nota a URLO” di Allen Ginsberg, “il mio amico e mio insegnante e attivista”, ribadisce la cantautrice. E la platea si incendia ascoltando “Santa la soprannaturale ultrabrillante intelligente gentilezza dell’animo”. Poche canzoni più tardi ecco la sorpresa.

Smith esprime prima il suo rammarico perché per mesi ha desiderato fare una visita alla Tomba di Virgilio e di Leopardi a Mergellina e invece ha trovato il sito museale chiuso e sbarrato.

Il pubblico ride amaro per non disperarsi apertamente di fronte a tale smacco internazionale. “Vuol dire che quanto prima dovrò tornare e spero sarà aperto. Vi invito a fare altrettanto – rivolgendosi ai fan – perché è un posto così sacro nonostante non vi sia traccia di religiosità. Lì si sente la grazia perché è uno spazio dedicato alla poesia e ai poeti”.

Così prova a mitigare il dolore intonando i versi, in inglese, dell’Infinito leopardiano.

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