Un anno e mezzo dopo l’aggressione che l’ha lasciato più morto che vivo sul palcoscenico di una conferenza sulla libertà di espressione, Salman Rushdie torna alla ribalta con la prima intervista televisiva in vista della pubblicazione del suo nuovo memoir, Knife (in Italia sarà pubblicato da Mondadori con il titolo Coltello).
Lo scrittore anglo-indiano ha parlato con Anderson Cooper per il programma Sixty Minutes che andrà in onda domenica: sarà la prima volta che l’autore al centro di una fatwa degli ayatollah iraniani per il romanzo I Versi Satanici verrà intervistato per la televisione dopo esser stato preso selvaggiamente a coltellate il 12 agosto 2022 a Chautauqua, una comunità per artisti dello stato di New York.
Dopo l’aggressione Rushdie ha rischiato di morire, è stato brevemente intubato e ha perso la vista dall’occhio destro. «Il chirurgo che mi ha salvato la vita ha detto che sono stato fortunato dopo esser stato sfortunato: il mio aggressore non aveva idea di come si uccide un uomo con un coltello», ha detto alla Cbs.
L’aggressore di Rushdie, Hadi Matar, si à dichiarato non colpevole e resta in carcere. Il processo è stato però rinviato in gennaio dopo che il giudice ha stabilito che la difesa non aveva avuto il tempo di studiare il memoir, intitolato Knife: Meditations After an Attempted Murder, che sarà pubblicato da Penguin-Random House il 16 aprile.