Italia: dal 1° giugno bar e ristoranti anche al chiuso

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Italia – Riaperture: dal 1° giugno bar e ristoranti anche al chiuso in tutta Italia

Lo scorso anno 22mila locali hanno chiuso a causa del lockdown e 20mila quest’anno.

Da martedì 1° giugno si potrà consumare al bancone nei bar e mangiare anche al chiuso nei ristoranti (all’aperto è possibile dal 26 aprile) in tutta l’Italia gialla, cioè in tutte le regioni. Un altro passo verso il ritorno alla normalità, anticipato a lunedì 31 maggio nelle prime tre regioni promosse in zona bianca (Sardegna, Friuli Venezia Giulia e Molise). Una boccata di ossigeno per un settore in ginocchio. «Tutti speriamo che questa volta si apra per non chiudere più – dice Roberto Calugi, direttore generale Fipe-Confcommercio – ma bisogna stare attenti perché se l’emergenza sanitaria sta scemando, i problemi economici di chi lavora nel nostro settore non termineranno dall’oggi al domani: manca il personale e i locali dei centri storici sono allo stremo».

Ventimila locali chiusi quest’anno

Calugi spiega che su 300mila tra bar e ristoranti in Italia, lo scorso anno 22mila hanno chiuso a causa del lockdown e 20mila quest’anno. «Sono molto preoccupato – spiega – per i centri storici delle nostre città dove il lavoro viene spesso svolto in smart working, cosa che penalizza molto bar e ristoranti. Altra componente è quella turistica che pesa per 8 miliardi di euro: anche se c’è una ripresa di quello nazionale, il turismo straniero è ancora molto esiguo». E se nel 2019 bar e ristoranti avevano fatturato 90 miliardi di euro, nel 2020 «ne abbiamo persi 40 e nel 2021 siamo già a 20 miliardi in meno, per un totale di 60 miliardi di euro persi».

Sos personale

Non solo. «Dobbiamo fare i conti con una drammatica mancanza di personale, si fa una fatica incredibile a trovare qualcuno disposto a lavorare nei bar e nei ristoranti, sia in cucina che in sala – conclude Colugi – da una parte perché chi lavorava in questo comparto, viste le modeste somme ricevute durante il lockdown, arrivate oltretutto in fortissimo ritardo, è uscito dal settore e ha trovato un altro lavoro, dall’altro chi riceve i sussidi di disoccupazione, come l’indennità di licenziamento o il reddito di cittadinanza, spesso preferisce rimanere a casa».

Al tavolo senza limiti di commensali

Dal decreto legge del 18 maggio 20121 è scomparso il riferimento alle regole previste dal Dpcm del 2 marzo. È saltato perciò il limite dei 4 commensali non conviventi che possono stare seduti allo stesso tavolo. In base alle ultime linee guida approvate, inoltre, in bar e ristoranti va definito il numero massimo di presenze « in relazione ai volumi di spazio e ai ricambi d’aria». Per il resto va assicurato il mantenimento di almeno 1 metro di distanza tra i clienti di tavoli diversi.

Mascherina obbligatoria quando non si è seduti

Non solo. I clienti devono indossare la mascherina «in ogni occasione in cui non sono seduti al tavolo». Inoltre è raccomandato «l’accesso tramite prenotazione», mantenendo «l’elenco dei soggetti che hanno prenotato per un periodo di 14 giorni». Invariate le regole sui menù che devono essere consultabili attraverso «soluzioni digitali» oppure «in stampa plastificata, disinfettabile dopo l’uso». In alternativa «cartacei a perdere». Vanno «adottate misure al fine di evitare assembramenti al di fuori del locale e delle sue pertinenze».

IlSole24ore

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