Istat. Le imprese si fidano, i consumatori… no – Non bastavano la crisi energetica e il conflitto ucraino. L’economia italiana vacilla, spinta dalle imprese ma non dagli utenti
L’economia italiana non convince, per lo meno non tutti. Per il secondo mese consecutivo, sale l’indice di fiducia delle imprese, ai livelli più alti da dicembre scorso, mentre fa registrare una involuzione terribile la fiducia dei consumatori, ai minimi storici da novembre 2020. Un andamento, quello economico generale, che non convince, anzi, preoccupa.
“Una preoccupante flessione”, apostrofa il Codacons. “L’emergenza bollette, l’inflazione alle stelle, i nuovi record dei carburanti, a cui si associa il perdurare della guerra in Ucraina, hanno letteralmente affossato le aspettative dei consumatori, e le misure adottate dal Governo non sono bastate a infondere ottimismo – ha spiegato il Presidente dell’ente, Carlo Rienzi -. Il vero pericolo ora è rappresentato dai consumi, perché in un contesto di scarsa fiducia e di prezzi e tariffe in costante crescita le famiglie saranno portate inevitabilmente a ridurre la spesa e rimandare gli acquisti, con enormi danni per l’economia nazionale”.
Il mese di giugno 2022 dovrebbe chiudere, stando alle stime dell’Istat, con una diminuzione dell’indice del clima di fiducia dei consumatori di oltre 4 punti. Il valore di riferimento passerebbe infatti da 102,7 a 98,3. “Tutte le componenti dell’indice di fiducia dei consumatori sono in calo. In particolare, il clima economico e quello corrente registrano le diminuzioni più marcate scendendo, rispettivamente, da 103,6 a 93,9 e da 104,6 a 97,9; il clima personale flette da 102,4 a 99,8 e il clima futuro passa da 99,8 a 98,8”, si legge nella nota diffusa dall’Istituto.
In rialzo, invece, l’indice composito del clima di fiducia delle imprese che di punti ne conquista 3, passando da 111,0 a 113,6. “Nell’industria l’aumento dell’indice è più contenuto (nella manifattura e nelle costruzioni l’indice sale, rispettivamente, da 109,4 a 110,0 e da 158,7 a 159,7) rispetto a quello dei servizi (nei servizi di mercato l’indice aumenta da 103,8 a 109,1 e nel commercio al dettaglio cresce da 105,8 a 107,2)”, viene spiegato ancora nel report dell’Istat.
La propensione al consumo, avvalorata anche dai saldi, sarà sufficiente a dare una nuova spinta agli utenti facendo risalire l’indice di fiducia dei consumatori? Una domanda importante alla quale solo le prossime rilevazioni potranno dare risposta.
Il tutto in un cocktail che dovrà tenere conto anche dell’andamento generale dei mercati, dei risvolti energetici legati al conflitto in Ucraina e dell’impegno che l’Europa e l’Italia assumeranno davanti a questa crisi.