Idrogeno importato da fonti extra-UE competitivo entro il 2030: lo studio di Aurora Research –
Il quantitativo di idrogeno verde disponibile per essere esportato in un Paese diverso da quello di produzione è destinato ad aumentare, considerando che il 31% di tutti i progetti attualmente in fase di sviluppo, per una capacità di 31 GW, ha esattamente questo scopo.
A fare i conti è la società di analisi Aurora Research, secondo cui per l’Europa diventerà conveniente importare idrogeno da zone come Australia, Cile e Marocco già a partire dal 2030.
Aurora ha preso come parametro di riferimento il ‘levelised cost’ di produzione di H2 green in Germania, che – considerando l’utilizzo di energia rinnovabile mista (eolico e solare) generata da impianti co-localizzato con l’elettrolizzatore – si attesterà nella forchetta 3,9-5 euro al Kg nel 2030.
Alla stessa data, stima la società, in Australia e Cile il costo di produzione dell’idrogeno verde sarà pari a 3,1 euro al Kg e in Marocco a 3,2 euro al Kg.
Valori che – secondo Aurora – renderanno l’H2 proveniente da questi Paesi competitivo, nonostante l’aggiunta dei costi di trasporto, rispetto alla produzione domestica europea (tedesca, nel caso specifico di questo studio).
Per esempio, a partire dal 2030 l’idrogeno verde prodotto in Marocco ed importato in Germania via mare, in forma liquida, avrà un costo di 4,58 euro al Kg, mentre il vettore importato sempre via nave in forma di liquid organic hydrogen carriers (LOHC) costerà 4,68 euro al Kg. L’ammoniaca green importata, sempre dal Marocco, coserà invece 4,72 euro al Kg, comprendendo già i costi di ri-trasformazione del carrier in H2.
In ragione delle distanze maggiori, l’idrogeno verde prodotto in Australia e Cile sarà competitivo soltanto se importato in Germania sotto forma di ammoniaca, con costi rispettivamente di 4,84 e 4,86 euro a Kg.
Ma l’opzione più conveniente, sempre considerando l’importazione in Germania dal Marocco, sarebbe la pipeline: il costo dell’idrogeno in tal caso sarebbe pari a 3,72 euro al Kg entro il 2030.
Il problema – evidenzia Aurora – è che al momento non è previsto uno sviluppo della rete di gasdotti europei tale da poter consentire l’importazione di idrogeno dal Marocco alla Germania entro il 2030.
Azioni per accelerare la realizzazione di questo tipo di infrastrutture potrebbero tuttavia consentire una riduzione del 20% dei costi di importazione di idrogeno verde, rispetto alla modalità marittima.
Ma per la Germania anche l’import intra-UE potrebbe risultare attrattivo, specie da quei Paesi dell’Unione con il maggior potenziale in termini di energia rinnovabile, come la Spagna, dove nel 2030 il costo di produzione di H2 green sarà pari – stima Aurora – a 3,1 euro a Kg.
Importare l’idrogeno iberico in Germania via pipeline (come per esempio con il futuro gasdotto H2Med, la cui estensione verso il territorio tedesco è stata annunciata di recente) comporterebbe un costo finale del vettore pari a 3,46 euro al Kg. Anche senza idrogenodotti dedicati, comunque, importare idrogeno spagnolo resterebbe un’opzione competitiva per l’economia tedesca: il costo dell’H2 trasportato via mare, in forma liquida, sarebbe infatti pari a 4,35 euro al Kg, mentre l’idrogeno importato sotto forma di LOHC e di ammoniaca avrebbe un costo pari rispettivamente a 4,57 e 4,56 euro al Kg.