La criminale intolleranza di Erdogan, l’editoriale di Adriano Segatori
Che Erdogan faccia uccidere i giornalisti, che li arresti con le accuse più inverosimili dallo spionaggio al terrorismo, che terrorizzi con rappresaglie la stampa libera e non conformista, non mi meraviglia.
Che l’Italia faccia accordi commerciali di tipo militare non mi meraviglia, né mi sorprende che la politica europea e la nostra diplomazia si barcamenino tra ipotesi di adesione della Turchia nella UE e ipocriti piagnistei sui diritti dell’uomo calpestati dal suo regime islamista e terrorista.
Quello che non sopporto è che la pseudo informazione italica, quella per capirci che continua la campagna mediatica per la “Verità su Giulio Regeni”, della cui questione si sa tutto, a partire dall’omertà inglese sulla sua attività di ricerca, compreso il comportamento scandaloso ed equivoco della sua tutor di Cambridge, la professoressa egiziana Maha Abdelrahman, persona indesiderata nel suo paese, che ha mandato allo sbaraglio un suo studente senza alcuna protezione. Contro l’Egitto, in prima linea nella lotta contro il radicalismo islamico e i Fratelli musulmani, si sono invocate le misure più fantasiose, dal ritiro dell’ambasciatore all’embargo commerciale, mentre contro la Turchia, paese in cui anche i giornalisti stranieri sono perseguitati, tutto tace dal fronte dell’indignazione.
Erdogan è un dittatore sanguinario che non ammette opposizioni. Ci sta. Si può dire che lui, con il suo potere cieco e assoluto, non tollera rompiture di palle da parte di intrusi in cerca di chiarezza e giustizia.
Ciò che è intollerabile e politicamente ignobile che una nullità politica come il bibitaro del San Paolo, in arte Ministro degli Esteri, si faccia promotore dell’ingresso della Turchia nell’Unione Europea. È indecente e politicamente abietto che un incapace totale rivendichi il ruolo dell’Italia come prioritario in questa operazione.
Mentre uno dei maggiori scrittori turchi contemporanei, in carcere dal 2016, sta scontando “l’ergastolo senza condizionale” con accuse montate e ridicole, l’inetto istituzionale passa sopra ai parlamentari dell’opposizione turca arrestati, all’informazione calpestata, alla stessa verità soppressa, favorendo – di fatto – un regime che supporta jihadisti con armi e logistica contro lo stato di Siria e, in sostanza, contro la stessa Europa.
In un evento pubblico, molti anni fa, l’amico Quirino Principe disse che noi antidemocratici sosteniamo una monarchia assoluta, corretta ogni tanto da qualche sano e onesto regicidio. Il dittatore finirà male, nello stesso modo in cui è arrivato al potere, ma purtroppo gli utili idioti nostrani non pagheranno per la propria idiozia e la propria viltà.
Di Adriano Segatori