Non bisogna essere tifosi o capire come funziona uno schema di attacco per poter parlare di calcio. È lo sport più amato dagli italiani, ma anche quello dove gli interessi economici nazionali e internazionali sono più forti rispetto ad altri sport. Anche questo ha reso il calcio negli ultimi anni una azienda dove le cifre a più zeri superano grandemente lo spirito che dovrebbe animare ogni competizione.
Eppure in questi ultimi giorni una notizia che riguarda la squadra “granata” è rimbalzata tra le testate sportive e non: finché ci sarà il green pass la curva resterà vuota. Il comunicato degli ultras del Torino parla chiaro, o tutti o nessuno.
Una presa di posizione dei tifosi che rispecchia sicuramente una coscienza collettiva ereditata anche dalla parte dirigenziale di una società che negli anni ha saputo trasferire valori di comunione non solo nella squadra ma anche all’interno della tifoseria stessa.
Ritengo che questa scelta sia un esempio talmente importante e significativo tale da doverlo evidenziare e portare all’attenzione degli italiani. Un esempio che racchiude messaggi imprescindibili: siamo tutti uguali, non deve esistere discriminazione, dobbiamo essere uniti, siamo pronti a rinunciare allo stadio perché la libertà e il rispetto dei diritti, è al di sopra di tutto.
Grazie alla tifoseria granata perché la vostra lezione di vita può renderci migliori e soprattutto essere un esempio che ci insegna a restare uniti. Grazie al Torino perché giocare le partite senza il coro ultras non è la stessa cosa.
Oggi il mondo del calcio ha conquistato la sua vittoria più importante: quella del rispetto per la libertà e i diritti; se non agli occhi di tutti, sicuramente agli occhi di chi persegue la giustizia.
Di Cinzia P.