Cannabis in giardino, pensiamoci quando andremo a votare – Nel trambusto generale forse in pochi si sono accorti che negli ultimi giorni antecedenti alla crisi di Governo si è discusso in Parlamento un progetto di legge che, se passasse, darebbe una nuova regolamentazione alla Cannabis, consentendo la sua coltivazione in casa da parte dei maggiorenni entro certi limiti (massimo
quattro piante femmine) e per uso personale.
Progetto sostenuto dal centro sinistra e dal M5S, il quale invece di trovare il tonno nelle scatolette ha trovato le sardine, infatti subito è venuto in aiuto l’ormai noto Mattia Santori il quale, con buona pace del suo ruolo istituzionale di consigliere comunale di Bologna con delega al Turismo e alle Politiche giovanili in quota PD, ha dichiarato pubblicamente ai quattro venti di coltivare tre piantine, non esattamente di basilico, a casa e di farsi le canne ogni tre giorni.
Evidentemente immediate reazioni alle sfrontate dichiarazioni sono venute da Fratelli d’Italia e dalla Lega, che stanno osteggiando con il centro destra tutto la legge liberalizzatrice, ma anche il PD, in un impeto di ragionevolezza, che non era scontato e gliene va dato atto, è intervenuto non solo con le reprimende del sindaco di Bologna Matteo Lepore e del Presidente dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini, ma anche con le inequivocabili dichiarazioni della segretaria del partito del capoluogo emiliano Federica Mazzoni, che ha
avvertito: “Attenzione, così si mina la credibilità delle istituzioni”. Santori però ha insistito e contrattaccato:
“La verità” -ha replicato – “è che le vostre posizioni non sono poi così dissimili da quelle della Lega, e mi viene da pensare che forse non solo a destra tifano per un mio arresto”, come riportato su Repubblica.
Il M5S tace, almeno non mi risulta siano state prese chiare distanze da tale comportamento decisamente, quanto meno, criticabile, per utilizzare un termine assai prudente.
Quale esempio sta dando ai nostri figli questo ragazzo, che delle canne se ne fa quasi un vanto?
Non mi preoccupo tanto per gli adulti, i quali, spero, abbiano sufficiente maturità per scegliere e rendersi conto delle conseguenze dei propri comportamenti, ma per gli adolescenti, che, in un’età complicata e di naturale contestazione verso i genitori, potrebbero essere influenzati dal Mattia Santori di turno ed emularlo su quella strada.
In un interessante lavoro scientifico dal titolo “Gli effetti del consumo di cannabis sul cervello degli adolescenti” (Bellamoli, Alessandrini, Zoccatelli, Serpelloni) gli autori avvertono: “Gli adolescenti che fanno un uso cronico di marijuana tendono a mostrare compromissione nell’attenzione, nell’apprendimento, e nella velocità di processamento delle informazioni; aumento della fatica durante l’esecuzione di compiti cognitivi; compromissione negli indicatori oggettivi della qualità del sonno; leggere anomalie nella struttura
cerebrale. Le evidenze suggeriscono che gli individui che iniziano a consumare cannabis in età precoce possono essere più vulnerabili a deficit neuropsicologici duraturi rispetto ai soggetti che hanno iniziato ad usarla più tardi. Ogni deficit cognitivo prodotto dall’assunzione di cannabis in adolescenza può avere implicazioni non favorevoli per il successivo funzionamento in ambito scolastico, lavorativo e sociale anche in età adulta”.
L’Università di Pittsburgh e l’Università dello Stato dell’Arizona hanno esaminato mille ragazzi maschi dai 13 ai 18 anni che facevano un uso regolare di marijuana, ed hanno rilevato, oltre al raddoppio del rischio di schizofrenia, come gran parte di essi vivesse esperienze subcliniche di paranoia ed episodi di allucinazioni, disturbi che sono continuati anche dopo un anno dall’interruzione dell’assunzione della droga.
Al momento, per fortuna, la discussione del progetto di legge, già rinviata a dopo la pausa estiva, è scomparsa dai radar con la travolgente crisi di Governo, ma è necessario levare gli scudi e porre la massima attenzione sul tema per la prossima legislatura, onde evitare di facilitare ai nostri ragazzi l’assunzione di droghe, qualunque esse siano, e pensare bene, quando andremo alle urne, che questo è un punto programmatico del centrosinistra e dei cinque stelle.
Una società appiattita dell’uno vale uno, dei giovani sbracati su di un divano che si accontentano di prendere il reddito di cittadinanza e che, magari, si fumano anche uno spinello libero coltivato in casa è l’apoteosi del nulla e non mi appartiene, è nella responsabilità di tutti noi renderla diversa mandando in Parlamento persone che abbiano volontà e capacità di cambiare realmente questo devastante paradigma.