SBAI (LEGA): “SARO’ PARTE CIVILE PER DIFENDERE I DIRITTI DI QUESTA GIOVANE E SUBITO UNA LEGGE CHE TUTELI LE DONNE STRANIERE IN ITALIA
DAI MATRIMONI FORZATI”.
OSTIA – UNA 14ENNE BENGALESE FINISCE AL GRASSI PER TRAUMA CRANICO PER LE BOTTE DEL FRATELLO MAGGIORE. LA RAGAZZA NON VOLEVA ACCETARE IL MATRIMONIO COMBINATO
DALLA FAMIGLIA E IL BURQUA.
“Sona, il nome è di fantasia per proteggere la privacy della minorenne, si rifiutava di indossare il burqua perché, come tutte le adolescenti della sua età, si compiaceva del suo bel visino di giovane donna e mortificarlo con un tetro velo nero non lo trovava né logico né accettabile. E voleva innamorarsi di un ragazzo come lei, non di un uomo molto più grande di età che nemmeno conosceva e che la avrebbe trattata come un oggetto senza valore. Per questi motivi, per la sua ostinazione a vivere una vita normale è stata vessata, insultata, malmenata dai suoi familiari per mesi, forse addirittura anni, fino a ieri pomeriggio, quando la furia, ancor più violenta del solito, del fratello maggiore l’ha fatta arrivare all’ospedale Grassi di Ostia con un trauma cranico a seguito delle percosse ricevute – afferma Souad Sbai, responsabile nazionale
Dipartimento Lega per l’Integrazione e l’Immigrazione, che si presenterà parte civile nel processo che ora la magistratura avvierà nei confronti dei familiari della ragazza.
Sbai è paladina dei diritti delle donne straniere che subiscono violenze e abusi, infatti, come presidente dell’Associazione Donne Marocchine in Italia, sono anni che si batte contro i fanatismi islamici e ha già salvato numerose persone da maltrattamenti e lesioni personali.
“Lega in Senato sta elaborando una proposta di legge apposita contro i matrimoni imposti dalle famiglie di origine alle proprie figlie, spesso poco più che bambine – continua Sbai – occorrono centri di accoglienza
adeguati a garantire l’incolumità e la ripresa psicologica delle vittime e, soprattutto, voglio che le straniere abbiano il duplicato dei loro documenti. Questo passaggio è fondamentale, perché la donna
maltrattata che prende coraggio e decide di scappare dalla famiglia, spesso soccombe fatalmente ad angherie letali proprio perché torna a casa per prendere il passaporto. Il centrodestra – conclude Souad Sbai –
ha già fatto la legge contro l’abominevole pratica dell’infibulazione alle bambine, adesso è il momento di avere una normativa che faccia rispettare agli stranieri i principi fondanti della nostra Costituzione e della
nostra democrazia: il rispetto della donna è sacro e nessun fanatismo che lo eluda deve essere più tollerato in Italia”.
[…] se sia il caso che una donna vittima di violenze in Italia debba continuare a denunciare”. Così Souad Sbai, presidente della onlus “Acmid Donna”, commenta l’istanza di archiviazione presentata dalla […]