Continua il dramma di questo bambino, 12enne da poco, cittadino italiano portato via dieci anni fa dalla mamma kazaka, Abraliyeva Aigulal, al padre italiano, Giovanni Bocci, di Brindisi. Il Coordinamento Internazionale Associazioni per la Tutela dei Minori (CIATDM) di Aurelia Passaseo continua la sua battaglia per riportare a casa il piccolo dal Kazakistan e farlo tornare dal suo papà, in Italia, “con intervento immediato”. Il CIATDM lo chiede al presidente della Repubblica Mattarella, alla premier Meloni, al ministro degli Esteri Tajani, ai presidenti di Senato e Camera La Russa e Fontana e al Parlamento.
Un appello alle istituzioni era stato già presentato nel gennaio del 2024 e c’era stato l’esposto presentato nella primavera scorsa alla procura di Roma per verificare se da parte dei ministri degli Esteri e della Giustizia fosse stato fatto “tutto il possibile a tutela del minore che e’ un cittadino italiano e quindi merita tutte le garanzie del caso”.
La madre di Adelio ha agito “contro la volontà del padre e pur essendo il minore (allora di soli due anni, ndr) privo di passaporto, così di fatto organizzando un trasporto in modo illegale e contro le norme italiane”, scrivono Aurelia Passaseo e la referente per il Dipartimento Salute avvocata Alessandra Devetag.
Ricordano inoltre che “la madre è” – già – stata condannata tre volte per sottrazione di minore ed ha a suo carico altrettanti mandati di cattura internazionali, mai eseguiti. Una sentenza di tribunale kazako ha pronunciato la separazione coniugale, nonostante alcuna notifica sia pervenuta al padre in Italia, ed ha condannato la donna ad attivarsi per consentire contatti telefonici giornalieri tra il padre e il bambino ma, dopo un breve periodo di ottemperanza, madre e bambino si sono resi irreperibili. Nel 2023 l’epilogo, forse tragico: il padre ha ricevuto dei filmati e delle fotografie tramite applicazione WhatsApp da un numero telefonico kazako che ritraggono il piccolo Adelio con ecchimosi sul volto, sulla fronte e sul collo e nello stesso periodo ha potuto vedere che il bambino veniva maltrattato nel corso di una videochiamata. Da quel giorno è cessato ogni contatto con suo figlio”, che potrebbe trovarsi nel Kazakistan meridionale, dicono notizie informali fornite dalle istituzioni kazake il bimbo, ma non si sa né si sa con chi viva. Il timore, afferma la presidente del CIATDM, è che “Il bambino potrebbe essere stato trasferito nel sud del Paese e ceduto come pagamento di debiti familiari o, peggio, avviato al racket della prostituzione o del traffico di organi”.
“Nonostante molteplici appelli, l’interessamento di associazioni, la denuncia sporta nei confronti delle istituzioni italiane, fino ad oggi non vi è stato alcun reale tentativo di riportare Adelio in patria nè di supportare il padre in modo che possa recarsi in Kazakistan, accompagnato da funzionari del ministero per ricerche effettive da svolgere in loco. L’assenza di risposte da parte dello Stato italiano è inaccettabile”.
Il CIATDM chiede ai destinatari dell’appello “in nome e per conto del papà di Adelio, Giovanni, e della zia Elsa Lucia Bocci, di voler intraprendere immediatamente tutte le iniziative necessarie a ricercare Adelio in Kazakistan”. E ai parlamentari di “promuovere una interrogazione parlamentare e di attivarsi in ogni modo nei confronti del governo affincheè Adelio sia riportato a casa”. Questa volta finalmente succederà?
