La sfida delle donne, l’opinione di Gianna Gancia
Vorrei essere per un momento Malala Yousafzai, mentre salgo i gradini del palco sul quale ritirerò a 17 anni il Premio Nobel per la Pace. Vorrei essere per un istante Anna Frank, nella mia soffitta, a pensare che, tutto sommato, si può ancora essere felici a 14 anni e che la felicità può essere contagiosa e salvare il mondo. Vorrei stringere la mano di Rachida Radi, mentre in Chiesa ci scambiamo la Pace Cristiana, della religione che ha abbracciato e che le è costata la vita. Vorrei essere al posto di Rosaria Lopez, uccisa a 17 anni, e della sua amica Donatella Colasanti che le tiene la mano in macchina dove sono state rinchiuse e abbandonate, dopo il massacro nella villa al Circeo.
Vorrei essere la voce e le braccia dei soccorritori del piccolo Joseph a largo di Lampedusa e della sua mamma, che gli voleva regalare un futuro migliore e lontano dalla guerra. Vorrei poter essere una donna, ogni donna, che ancora oggi viene marginalizzata, esclusa, ferita nella sua dignità e troppo spesso anche nel suo corpo. La mia battaglia, la battaglia che porto avanti da anni per i diritti e la tutela di tutte le donne, oggi si arricchisce di strumenti nuovi, vicini alle problematiche di noi donne ma che possono rappresentare anche un ponte efficace con le istituzioni europee, per far sentire più alta la nostra voce.
È da questo ambizioso progetto al centro della mia agenda istituzionale a Bruxelles, che nasce il progetto “Dire donna oggi”. Dire donna oggi significa non accettare che una sentenza stabilisca che l’uomo, che ha ucciso sua moglie, lo abbia fatto per un “eccesso di gelosia”; dire donna oggi significa non tollerare più un imbarazzante gender pay gap (differenza retributiva salariale) nel mondo del lavoro, che ci mette agli ultimi posti nelle classifiche mondiali; dire donna oggi significa conoscere gli obiettivi per il 2025 della strategia per la parità di genere dell’Unione europea e scegliere di diventare protagoniste del cambiamento che vogliamo vedere nella società; dire donna oggi significa proteggere gli orfani di femminicidio, donando loro una prospettiva sociale ed economica. Queste solo alcune delle tematiche trattate nel primo degli appuntamenti /webinar di giovedì 25 febbraio, alle 18, appuntamento che sarà arricchito dal contributo di personalità (medici, avvocati, psicologi, giornalisti) che mi accompagneranno in questa delicata ma decisiva sfida, che mi accompagneranno in questa delicata ma decisiva sfida, che vinceremo solo insieme.
Di Gianna Gancia