Un importante evento economico per esplorare il potenziale del settore dell’agricoltura marocchino è stato organizzato giovedì 15 aprile scorso dall’Euromed International Trade e destinato in particolare alle aziende italiane dell’Agrifood, Agritech, Green Economy, Ricerca e sviluppo, Industria agroalimentare. L’incontro “Agribusiness in Marocco”, che si è svolto in forma webinar, nasce dalla necessità di approfondire un settore pilastro dell’economia del Marocco, ricco di opportunità industriali e commerciali per le imprese italiane, spiegano gli organizzatori. Il Marocco si colloca infatti al 60° posto nella graduatoria delle economie mondiali, ed è un partner strategico per l’Italia, che si conferma al 5° posto come partner commerciale del Paese nordafricano.
Tra gli Speaker l’Agenzia marocchina per gli investimenti AMDIE, Anima Investment Network, l’Associazione Legami e Euromed International Trade, con i saluti istituzionale in avvio dei lavori dell’Ambasciata del Regno del Marocco in Italia e dell’UNCI Agroalimentare.
Il settore agricolo contribuisce per il 14% del PIL nazionale in Marocco, impiega qualcosa come il 40% della popolazione attiva a livello nazionale e il 75% nelle zone rurali. Negli ultimi anni il settore dell’agrifood è in costante crescita, che non si è sostanzialmente fermato nemmeno durante la pandemia. Tra il 2008 e il 2020, il piano Marocco Verde, strategia nazionale intrapresa dal Ministero dell’Agricoltura, ha rivoluzionato il settore agricolo con riforme, contributi economici, finanziari e sociali, in particolare nelle zone rurali, con quasi 300.000 posti di lavoro generati. Pochi mesi fa è stato lanciato il nuovo piano decennale “Generation Green 2020-2030” una strategia di sviluppo per il settore agricolo che mira sostanzialmente a consolidare i risultati del Piano Verde dando priorità all’elemento umano, all’agricoltura solidale, per far emergere una classe media agricola. Nel suo intervento il Segretario Generale dell’AMDIE Zouhair Triqui ha fornito un quadro completo sul settore in Marocco, la sua evoluzione, i nuovi orizzonti e le opportunità imprenditoriali.
Poco più del 13% del territorio nel Regno è dedicato alle attività agricole, ma che soffre molto la carenza di acqua per via della siccità. In questi anni c’è stato un grande investimento economico sia per adattare al cambiamento climatico che per migliorare tutta la filiera e rafforzare un settore vitale per l’economia del paese, ha spiegato Zouhair Triqui, Segretario Generale dell’AMDIE. La rivoluzione ha coinvolto anche gran parte delle infrastrutture, terrestri e marittime, per rendere la logistica più efficiente e innovativa. Grazie al porto di Tangeri Med, che in pochi anni è diventato il più importante terminal container nel Mediterraneo, il Marocco è diventato un hub strategico al centro delle interconnessioni marittime internazionali, spiega il SG. A seguire l’intervento di Aurélien Baudoin, direttore di Anima Investment Network e di Caterina Passariello, Project Manager di Euromed International Trade che ha illustrato il processo di internazionalizzazione per le aziende italiane e le opportunità per le imprese.
Tra le tematiche economiche approfondite anche la Green Energy nello sviluppo agricolo grazie ai piani nazionali di transizione energetica verso fonti rinnovabili. A relazionare sul tema è l’analista energetico e Founder di “Legami” Abdessamad El Jaouzi.
“Il settore agricolo dipende fortemente dall’energia per l’irrigazione delle colture, l’alimentazione dei macchinari, la produzione di fertilizzanti etc. Il consumo di energia diretta e indiretta rappresenta in media più del 20% dei costi di esercizio di un’azienda agricola e in generale l’agricoltura rappresenta circa l’8% dei consumi energetici nazionali. In un paese senza fonti energetiche convenzionali significative, dipende per il 91% da import di combustibili fossili con un peso notevole sulla bilancia economica ed esposto alle fluttuazioni dei prezzi globali, ha coraggiosamente deciso di investire molto sulle energie rinnovabili grazie ad un potenziale idroelettrico intorno a 3,8 GW, eolico di 25 GW, e un enorme potenziale solare, equivalente a 20 GW , in particolare, l’energia solare sfruttando l’alto tasso di irraggiamento. Non a caso, si trova proprio in Marocco, nella zona di Ouarzazat, il più grande impianto solare termodinamico del mondo, che dovrebbe fornire elettricità pulita a circa 2 milioni di abitanti”, spiega El Jaouzi. “Grazie alla sua stabilità politica e alla visione di SM il Re, alle profonde riforme in campo economico e finanziario, in poco tempo è diventato uno dei paesi più attivi nella transizione verso l’industria green a livello globale e questo sta aiutando ad attrarre investimenti e creare posti di lavoro. Di recente ha elevato la quota di energie pulite nel mix elettrico al 52% entro il 2030 con programmi integrati finalizzati all’installazione di 6.000 MW di fonti rinnovabili e prevede risparmi energetici del 25% entro il 2030. In questa cornice la nuova energia si propone come un “motore” di sviluppo in Marocco e il rapporto tra energia e agricoltura sostenibile ha aspetti sociali e politici essenziali che vanno ben aldilà del semplice rapporto econometrico. Nelle zone rurali, ad esempio, consentono l’integrazione delle popolazioni locali escluse dal processo di sviluppo”.
“Pompaggio a energia solare, sistemi di Irrigazione, Biomassa, Remote Control e Agritech, sono alcune dei settori strategici dove le fonti rinnovabili hanno un ruolo importante in campo agricolo”, spiega El Jaouzi, sottolineando che “l’elemento sostenibilità, durabilità deve guidare le scelte di investimento imprenditoriali perché deve tenere in considerazione non soltanto il fattore business e profitto, certamente importante per gli obiettivi aziendali, ma di produrre ricchezza e valore che vadano in tutte le direzioni, inclusa la salvaguardia dell’ambiente e delle risorse naturali in un paese fortemente minacciato dal cambiamento climatico”.
“Le nuove fonti energetiche in campo agricolo hanno un impatto positivo importante, oltre alla salvaguardia delle risorse e lotta al cambiamento climatico, e sono un opportunità per gli investimenti. In virtù delle relazioni bilaterali tra Italia e Marocco, con un partenariato bilaterale regolato da più di 100 accordi bilaterali, la presenza italiana nel mercato marocchino è caratterizzata dalla partecipazione di piccole e medie imprese, che affiancano i colossi Eni, Enel. L’Italia è leader europeo nell’economia circolare, con la più alta percentuale di riciclo sulla totalità dei rifiuti (urbani, industriali etc.) e con un Marocco che apre alle prospettive di cooperazione e di investimento, il nuovo fronte della Biomassa è una sfida in costruzione nel paese che può rappresentare un’ottima opportunità di partnership per l’Italia”, conclude l’analista energetico ed esperto di cooperazione internazionale Abdessamad El Jaouzi.
Di Laila Maher