É agghiacciante il risultato di un’inchiesta di pochi giorni fa del Guardian sulla forza lavoro utilizzata per i mondiali del Qatar. É una storia di riduzione in schiavitù, di sfruttamento e di morte. In base a quanto riportato sul giornale inglese, dal 2010 ad oggi i morti sui cantieri per la costruzione degli stadi e delle infrastrutture necessarie allo svolgimento del campionato del mondo del 2022, che si celebreranno appunto nell’emirato, sarebbero oltre 6700. E questa stima, fatta anche in base alle dichiarazioni rese dai governi di appartenenza dei lavoratori impiegati in Qatar sarebbe anche una stima per difetto.
I lavoratori sono tutti immigrati dall’India, dal Nepal e dallo Sri Lanka, a questi sono stati in molti casi sequestrati i passaporti e tutti vivono in condizioni inumane, costretti a lavorare ore sotto il sole cocente. Da anni si occupa di questa situazione Amnesty International, che ha assunto posizione anche tramite un documento di denuncia. Tuttavia il governo non è intervenuto per sanare questa situazione, che invece negli anni è diventata strutturale ed avrebbe generato l’ecatombe descritta dal Guardian.
In Italia silenzio tombale sul punto, non una sola anima bella della sinistra si è pronunciata. Anzi solo pochi mesi fa il parlamento italiano ratificava un accordo bilaterale con il Qatar di “cooperazione culturale”. Peccato che il paese con cui dovremmo fare “scambi culturali” applichi la Sharia, consenta la pratica delle spose bambine, persegua penalmente l’omosessualità, violi sistematicamente i diritti umani, sino a consentire per l’edificazione di opere pubbliche la tragedia raccontata dalla stampa e dalle organizzazioni internazionali.
Isolata, ma stentorea la voce di Fratelli d’Italia, che con un interrogazione a prima firma del Senatore Fazzolari ha chiesto conto al governo di questo scempio. Ha chiesto in maniera ferma al ministro degli esteri di approfondire e, in applicazione delle norme di diritto internazionale, al presidente del consiglio di dichiarare sospeso l’accordo bilaterale per mutamento sostanziale delle condizioni. Unici in verità anche lo scorso anno ad opporsi alla ratifica del trattato, dopo un’accorata dichiarazione di voto contrario sempre del senatore Fazzolari.
E dunque dov’è il PD, ora che occorre lottare davvero per l’affermazione dei diritti umani? Dov’è la sinistra buonista, oggi che il lupo è del tutto chiaramente quello che la cultura dominante vuole trasformare in un agnello? E si spera in una risposta immediata, perché non è accettabile di fronte a tanto strazio, a tanto scempio e a tanta sofferenza, in nome del dio denaro, girarsi dall’altra parte.