Consiglio Onu interrogato su violazione diritti umani da parte di Algeria e Polisario

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Il Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite Onu è stato interpellato a proposito delle violazioni dei diritti umani perpetrate contro le popolazioni saharawi nei campi di Tindouf, in Algeria, e della responsabilità delle autorità di questo Paese nella repressione, tortura e rapimenti degli oppositori nei suddetti campi. Adnan Braih, fratello di Ahmed Khalil Braih, ex membro del polisario rapito nel gennaio 2009 dai servizi segreti algerini, mentre stava indagando sulle violazioni commesse dai leader dei separatisti, ha richiamato l’attenzione dell’Alta Commissaria delle Nazioni Unite per i Diritti Umani Michelle Bachelet sul calvario “delle migliaia di saharawi condannati al silenzio nei campi di Tindouf nel sud-ovest dell’Algeria, dove il polisario e le sue milizie armate seminano terrore” al fine di soffocare con ogni mezzo la protesta e la rabbia popolare nei campi.
“Fiducioso nel vostro impegno a essere la voce dei senza voce – ha denunciato Braih – vengo a perorare il caso di migliaia di saharawi condannati al silenzio nei campi di Tindouf nel sud-ovest dell’Algeria, dove il polisario e le milizie armate seminano terrore e regnano attraverso il fuoco e il sangue, approfittando della complicità delle autorità algerine che ignorano gli appelli del Segretario generale delle Nazioni Unite, le decisioni e le opinioni degli Organismi dei Trattati, nonché i meccanismi delle Nazioni Unite per i diritti umani che coinvolgono la responsabilità diretta dello Stato algerino nelle gravi violazioni dei diritti umani perpetrati dal suo esercito e dalle milizie del polisario”.

Secondo il fratello di Braih, “lo Stato algerino si rifiuta ancora di rivelare la sorte Ahmed Khalil rapito dai suoi servizi di intelligence nel gennaio 2009 ad Algeri quando era consigliere per i diritti umani del segretario del polisario, nonostante la decisione presa dal Comitato per i diritti umani, resa pubblica nel luglio 2020 e delle manifestazioni nei campi di Tindouf per chiedere il suo rilascio ”, ha dichiarato.
Adnan Braih ha sollecitato l’Alto Commissario per i diritti umani ad “agire affinché le autorità algerine si assumano le proprie responsabilità garantendo i diritti dei saharawi che si trovano sul proprio territorio, come richiesto dal sistema delle Nazioni Unite dei diritti umani, ponendo un termine all’impunità di cui godono i torturatori”.

lapresse

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