Venti personaggi eccellenti arrestati in Giordania per un sospetto “complotto” contro re Abdallah II. Tra questi ci sarebbe anche il fratellastro del monarca il principe Hamzah bin Hussein, ma Amman lo ha negato ufficialmente pur confermandone il coinvolgimento
Il re del Marocco, Mohammed VI, è stato il primo capo di Stato domenica a contattare il re Abdallah II di Giordania dopo gli eventi avvenuti sabato ad Amman. Da quanto si apprende, il sovrano marocchino ha avuto domenica, nella prima mattina, una conversazione telefonica con il re Abdallah, considerato un fratello e un amico. Il colloquio era l’occasione per rassicurare il re della situazione sulla base dei dati che il sovrano giordano ha condiviso con Mohammed VI. Nella telefonate, lo stesso Mohammed VI ha ribadito la piena e naturale solidarietà del Marocco alla Giordania e il totale sostegno per tutte le decisioni prese da re Abdallah per consolidare la sicurezza e la stabilità del Paese. Come fanno sapere fonti marocchine, la conversazione ha concretizzato i forti legami storici e familiari tra i due sovrani e i due Regni, oltre che tra i due paesi.
Una situazione i cui contorni non sono ancora del tutto chiari in base alle prime informazioni che arrivano dal regno hashemita.
Gli arresti sono stati motivati con “ragioni di sicurezza” dopo “un attento monitoraggio” di quest’ultima. La fonte “ben informata” citata dall’agenzia Petra ha aggiunto che è stata aperta una indagine per far luce sull’intera vicenda definita una “minaccia alla stabilità del Paese”.