Terrorista del Bardo arrestato prima della partenza: “Voleva venire in Italia”

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Terrorista del Bardo arrestato prima della partenza: “Voleva venire in Italia”. Nel corso del raid del 2015 morirono 24 persone, tra cui 21 turisti, un agente delle forze dell’ordine e due terroristi, mentre 45 rimasero ferite.

Era in procinto di raggiungere le coste italiane con un barchino il terrorista arrestato lunedì scorso, nelle prime ore del mattino, al largo della costa orientale della Tunisia, dalle unità della Guardia marittima nazionale del Sahel. L’uomo, di cui non si conoscono ancora le generalità, come riporta il quotidiano Il Tempo, era a bordo di una delle due imbarcazioni intercettate al largo delle coste di Nabeul e Sousse. Il terrorista sarebbe il principale accusato per l’attentato del Museo del Bardo, che fu effettuato il 18 marzo 2015. Nel corso del raid morirono 24 persone, tra cui 21 turisti, un agente delle forze dell’ordine e due terroristi, mentre 45 visitatori rimasero feriti.

Si tratta dell’attentato terroristico con il maggior numero di vittime avvenuto a Tunisi. L’atto criminale fu rivendicato dallo Stato Islamico, che si dichiarò responsabile anche di un attentato dinamitardo avvenuto a Sana’a, nello Yemen, solamente due giorni dopo, che provocò la morte di 142 persone. Il museo nazionale del Bardo è un museo archeologico situato nella periferia occidentale di Tunisi, all’interno del palazzo del Bey. Il museo è stato inaugurato il 7 maggio 1888 ed è il più antico del mondo arabo e dell’Africa, il più importante della Tunisia. Contiene, infatti, una delle più vaste e meglio conservate collezioni di mosaici romani del mondo.

Dalla destituzione del presidente Zine El-Abidine Ben Ali, avvenuta nel 2011 durante la rivoluzione dei Gelsomini, la Tunisia ha subito occasionali attacchi da parte di militanti islamisti, avvenuti soprattutto in aree periferiche montuose del paese. I combattenti tunisini sono uno dei maggiori gruppi costituenti l’Isis, mentre per l’economia del Paese, dopo la rivoluzione, il turismo ha un ruolo principale. L’attacco ebbe inizio alle 12.30 circa. Due terroristi, armati di kalashnikov e bombe a mano, con indosso alcune cinture esplosive imbottite di Semtex, cercarono di infiltrarsi all’interno dell’Assemblea dei rappresentanti del popolo, il Parlamento tunisino, dove era in corso un’audizione delle forze armate sulla legge anti-terrorismo, a cui aveva partecipato persino il ministro della Giustizia, Mohammed Salah Ben Aissa, ma furono bloccati dalle forze di sicurezza.

I terroristi si diressero, quindi, verso il vicino museo del Bardo, dove aprirono il fuoco contro un pullman di escursionisti appena scesi da una nave da crociera, ferendo l’autista tunisino e uccidendo un gran numero di turisti. Gli attentatori si chiusero, poi, all’interno del museo prendendo in ostaggio molte persone. Alcune guide riuscirono a far evacuare molti turisti dalle uscite di emergenza prima dell’arrivo dei terroristi. Alle 15.30 le teste di cuoio tunisine effettuarono un blitz all’interno del museo. I due terroristi vennero uccisi e gli ostaggi superstiti liberati. Nonostante ciò dieci turisti spagnoli e una guida turistica decisero di passare la notte all’interno del museo, venendo ritrovati solo la mattina successiva. Durante il blitz perse la vita un agente delle brigate antiterroristiche, Aymen Morjen, ucciso mentre proteggeva la turista italiana Roberta Gatta, e un cane poliziotto.

IlGiornale

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