“Il riferimento al Marocco come parte delle presunte intercettazioni telefoniche, conosciute col nome di Pegasus, è una campagna mirata a destabilizzare il Marocco e discreditare l’immagine delle sue istituzioni di sicurezza a livello internazionale”. Lo dichiara l’ambasciatore del Marocco in Italia, Youssef Bella. Per questo, “il Marocco ha avviato due processi giudiziari, uno presso i tribunali marocchini e l’altro presso i tribunali internazionali contro gli organismi dietro questa campagna strumentalizzata di calunnia contro il prestigio delMarocco. Adesso- continua il diplomatico – devono rispondere davanti alla giustizia delle loro false accuse”
Il Marocco, attraverso diversi comunicati, aveva sfidato gli autori delle accuse a portare le prove: “Ora sarà la giustizia a obbligarli a fornire la minima provatangibile e materiale delle loro false accuse”, spiegata Bella. “Come già affermato nel 2019, e riaffermiamo adesso, il Marocco non ha mai avuto un legame contrattuale o commerciale con NSO, l’impresa fornitrice del software Pegasus”, difende l’ambasciatore. “Questa falsa campagna è mirata ad attentare all’unico Paese della sponda sud del Mediterraneo che vive in pace, stabilità e progresso, in mezzo a una regione attraversata da convulsioni”, spiega.
Per Bella, “Sembra che a qualcuno infastidisca il rafforzamento della sovranità economica e il ruolo imprescindibile del Marocco come attore regionale e il suo contributo attivo ai processi di pace e ricostruzione del Sahel, passando per la Libia e il Medio Oriente. A parte questo, una semplice lettura di queste false rivelazioni, mostrano in maniera cruda la loro incongruenza”. E illustra: “Si dice che il Marocco abbia controllato 10.000 utenti telefonici. Si sa nella comunità della sicurezza che ci vogliono 10 agenti per intercettare un solo numero. Quindi si suppone che il Marocco abbia mobilitato 100mila agenti soltanto per l’intercettazione di 10.000 utenti. Un altro aspetto è quello economico, secondo le rivelazioni di questo gruppo, il Ghana ha assunto 25 utenti per 8 milioni di dollari. Pertanto, se il Marocco ha assunto 10.000 utenti, come sostengono falsamente gli autori di queste accuse, avrebbe dovuto versare 3.200.000.000 dollari, il che rappresenta quasi il 4% del PIL marocchino. Terza incongruenza, si parla di cinquantamila telefoni intercettati, quindi perché non si parla degli altri 40.000 utenti e degli altri paesi presuntamente affiliati a questo servizio, invece di puntare il Marocco?”.
Il Marocco, precisa ancora l’ambasciatore “costruisce i suoi rapporti coi suoi partner e alleati sulla base della fiducia reciproca e della trasparenza, e si aspetta lo stesso da essi”. Per quanto riguarda l’Italia, Youssef Bella, si dice “scioccato dall’assurdità delle false informazioni che hanno collegato a sproposito il nome di Romano Prodi alla vicenda che vede appunto calugnato anche il Marocco. Prodi gode, e ha sempre goduto,della più alta stima e apprezzamento da parte del Governo del Marocco. Saremo sempre riconoscente all’impegno di Prodi: durante il suo mandato di Presidente della Commissione Europea le relazioni tra il Marocco e l’UE hanno conosciuto un eccezionale consolidamento e che ha portato il mio Paese ad essere il primo ad ottenere “lo status avanzato” dalla UE nel 2008”.
“Sbaglia chi crede di tormentare il Marocco con queste accuse fittizie. Il Marocco, forte delle sue istituzioni democratiche e della coesione della sua società, farà fronte a ogni tentativo orchestrato da parti interessate a destabilizzarlo, o a discreditare i suoi servizi di sicurezza, conosciuti internazionalmente per la loro efficienza ed efficacia, che hanno permesso di salvare vite in Marocco, negli Stati Uniti, in Europa e in Asia”, conclude l’ambasciatore.
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