Una delegazione di talebani ha tenuto colloqui in Cina con alti diplomatici cinesi. La Cina, difatti, sarebbe sempre più preoccupata delle ripercussioni provocate dalla rapida avanzata degli insorti Afghanistan.
Arrivata ieri in Cina, la delegazione afgana, che conta nove membri, è guidata dal numero 2 dei talebani, il mullah Abdul Ghani Baradar, uno dei cofondatori del movimento e capo del suo “ufficio politico”, ha detto all’AFP un portavoce degli insorti.
I talebani “hanno assicurato alla Cina che il suolo afghano non sarà usato contro la sicurezza di nessun Paese”, ha affermato Mohammad Naeem, egli stesso membro della delegazione, in un messaggio all’AFP a Kabul. Funzionari cinesi “hanno promesso di non interferire negli affari afgani, ma di aiutare a risolvere i problemi e portare la pace”, ha aggiunto, senza specificare il luogo in cui si sono svolti gli incontri.
Durante questa visita di due giorni, la delegazione talebana ha avuto “incontri separati con il ministro degli Esteri cinese Wang Yi, il vice ministro degli Esteri Wu Jianghao e il rappresentante speciale cinese per l’Afghanistan Yue Xiaoyong”, ha affermato.
La rapida conquista da parte dei talebani di vaste aree di territorio afgano in meno di tre mesi, nel corso di un’offensiva a tutto campo, preoccupa particolarmente i vicini cinesi, mentre il ritiro definitivo delle forze internazionali, presenti da 20 anni in Afghanistan, è stato ormai quasi completato.
I talebani hanno sequestrato aree della provincia di Badakhshan, nell’estremo nord-est del Paese, al confine con la Cina, un’area in cui non aveva mai preso piede prima, anche quando il loro regime governava l’Afghanistan.
Afghanistan e Cina condividono appena 76 km di confine, ma al di là della frontiera c’è la regione cinese a maggioranza musulmana dello Xinjiang, e Pechino teme la minaccia che il caos in Afghanistan potrebbe rappresentare nella zona. Così come un’alleanza tra islamisti afgani e separatisti uiguri, il popolo musulmano dello Xinjiang che le autorità cinesi sono accusate di reprimere e di cui un milione sono stati rinchiusi in campi di rieducazione.
Il presidente afghano, Ashraf Ghani, ha affermato che l’Afghanistan sta affrontando “un’invasione senza precedenti […] in termini di portata e tempistica”. “Non si tratta più dei talebani del Novecento, ma della manifestazione di legami tra reti terroristiche e organizzazioni criminali transnazionali” ha sottolineato il capo dello Stato, invitando “la comunità internazionale a riesaminare il discorso dei talebani sulla loro disponibilità a sostenere una soluzione politica” in Afghanistan.